Omelia del Prefetto Lazzaro You Heung-Sik in occasione dell’incontro per la consegna dei diplomi dei corsi di Prassi Formativa e di Prassi Amministrativa Canonica presso il Pontificio Collegio Urbano “De Propaganda Fide".
S. Messa presieduta dal Card. Lazzaro You Heung sik
Prefetto del Dicastero per il Clero
Conclusione dei Corsi di Prassi
Amministrativa e Formativa
Pontificio Collegio Urbano “de Propaganda Fide”
27 Maggio 2025
Carissimi studenti che avete partecipato ai Corsi di Prassi Amministrativa e di Prassi Formativa organizzati dal Dicastero, sono contento di essere qui stasera con voi a concludere questa esperienza di grazia che porterà innanzitutto frutto nella vostra vita e poi in coloro che incontrerete nel vostro ministero o servizio ecclesiale. Infatti, le letture di oggi vanno al cuore della missione apostolica ponendoci davanti al mistero della presenza dello Spirito Santo nella vita della Chiesa. Negli Atti degli Apostoli, Paolo e Sila nonostante siano stati arrestati, bastonati, gettati in carcere, in quella notte di dolore, in preghiera, cantano inni a Dio. È un’immagine suggestiva per chi, come voi, sarà chiamato a formare i futuri pastori o ad accompagnare la vita giuridica e amministrativa della Chiesa. Anche in mezzo alle difficoltà, la fede non si spegne, anzi, risplende luminosa attraverso la preghiera incessante e la meditazione della Parola di Dio. Il miracolo non è solo la liberazione fisica di Paolo e Sila, ma anche la conversione del carceriere. Tale aspetto ci ricorda che ogni azione ecclesiale, formativa o normativa, è orientata alla salvezza delle anime. Non basta fare bene le cose, ma è necessario farle in forza della relazione vissuta con Gesù Cristo. Papa Leone nell’Omelia della Celebrazione Eucaristica per l’inizio del Ministero Petrino ha affermato: “noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno”.
Il Signore, parlando nel Vangelo della venuta del Paraclito, assicura che lo Spirito Santo sarà mandato per consolare, amare, aiutare il popolo di Dio, iniziando dal riconoscimento dei propri peccati: Egli «dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio». Infatti, Dio, comunica il suo infinito amore, innanzitutto illuminando e curando le nostre ferite, conseguenze dei peccati, facendoci nel contempo sperimentare quell’abbraccio di Padre che rialza e solleva! Proprio questo è il servizio che sarà richiesto ad alcuni di voi come canonisti: aiutare, sanare, amare. Sia in ambito amministrativo che formativo non si è chiamati a gestire uffici, ma spazi dove il Vangelo possa prendere forma concreta. E ciò richiede sobrietà, competenza e, soprattutto carità pastorale. Carissimi, vi auguro di rientrare nelle vostre diocesi con una rinnovata consapevolezza che dietro a ogni norma c’è un bene da salvaguardare. Dietro ogni decisione, c’è una persona da amare. Affidiamo alla Vergine del buon Consiglio le nostre preghiere, le nostre fatiche e le nostre speranze. Sotto il suo sguardo materno, mettiamo la nostra vita, certi che Ella ci guiderà verso Cristo, Buon Pastore e giudice misericordioso della nostra storia. Grazie, grazie, grazie!