Memoria del Santo Curato d’Ars - Omelia di S.E. Mons. Lazzaro You Heung sik
S.E. Mons. Lazzaro You Heung sik, Prefetto della Congregazione per il Clero, oggi ha celebrato l’Eucaristia nella Memoria di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci e modello per ogni sacerdote.
Di seguito l’Omelia tenuta dal nuovo Capo Dicastero.
Carissimi fratelli,
Sono appena arrivato a Roma per il mio nuovo servizio e ci troviamo qui insieme per celebrare la memoria di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci e modello per ogni sacerdote. È un dono della Provvidenza! Il Santo Curato d’Ars accompagna in modo tutto particolare le attività della nostra Congregazione al servizio del clero in una buona parte del mondo. E un dono della Provvidenza sono anche le letture che abbiamo appena ascoltato. Sono quelle della Lectio continua, ma mi sembrano cariche di significato per il nostro cammino e il nostro lavoro.
1. Siamo anche noi un po’ come il Popolo di Israele che attraversa il deserto. Specialmente nel mondo occidentale, i tempi che stiamo vivendo non sembrano favorevoli alla fede. Scarseggiano le vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata, e non è facile raggiungere le nuove generazioni. Il mondo di oggi è segnato dalle incognite della pandemia, dalle molte ingiustizie e divisioni, da guerre. Tutto ciò sfida la vita della Chiesa. In più, in questi ultimi anni il Popolo di Dio - e in esso noi ministri - è scosso dalla grave crisi degli abusi commessi da alcuni membri del clero.
Viviamo in un mondo globalizzato e frammentato, in cui svaniscono secolari certezze, e siamo in cammino verso scenari che ci sono ignoti. Papa Francesco parla di un cambiamento d’epoca; un cambiamento che ci può far paura, così come il Popolo di Israele si è spaventato davanti alle notizie degli esploratori che tornavano dalla terra di Canaan: vi regnano forze più forti di noi, c’è gente della razza dei “giganti”, ci sono rischi e grandi pericoli. Eppure – ci fa capire la lettura – in questa terra ignota ci attendono copiosi frutti. Così come l’episodio della donna cananea nel Vangelo di Matteo ci rende attenti al fatto che ci sono nuovi credenti anche oltre le file di quello che tradizionalmente consideriamo il Popolo di Dio.
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