Miserando atque eligendo La cura pastorale delle vocazioni - 2016

PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO Mons. Joël Mercier Mons. Jorge Carlos Patrón Wong

19 ottobre 2016

1. Il Convegno Internazionale che stiamo per iniziare vorrebbe rappresentare un momento di preghiera, di riflessione e di condivisione, capace di farci riscoprire la bellezza della vocazione che abbiamo ricevuto e, contemporaneamente, di far crescere in noi il desiderio di essere una “Chiesa in uscita” in prospettiva missionaria, cioè pastori e operatori pastorali che offrono con generosità e donazione l’accompagnamento e il discernimento, aiutando i fratelli a scoprire la grandezza e la bellezza della vocazione a cui Dio li chiama. Riscoprire che siamo stati amati e chiamati dall’amore di Dio, infatti, dal momento che “la gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria” (EG, n. 20).

2. Poiché il fondamento di tutto è l’amore di Dio che ci ha chiamati, abbiamo scelto per questo Convegno il motto di Papa Francesco: “Miserando atque eligendo”, che ci ricorda il legame fondamentale tra la misericordia di Dio e la vocazione, legame profondamente radicato nella dottrina biblica. Siamo stati chiamati per nome, con amore, con uno sguardo di misericordia che non ha voluto giudicarci e non ci ha tenuti a distanza ma, al contrario, ha offerto una luce al nostro cammino e ci ha permesso di scoprire davvero chi siamo: persone segnate dalla fragilità e dal peccato, nelle quali tuttavia è scolpita l’immagine di Dio. Non dobbiamo mai dimenticare questo grande mistero, origine e fonte permanente del nostro servizio ministeriale. La misericordia divina è all’origine della stessa vita, è l’anima della nostra vocazione e anche della nostra formazione permanente. Che ne sarebbe di noi, Sacerdoti e Vescovi, senza l’esperienza di questo sguardo amorevole e misericordioso di Dio che non guarda al nostro peccato e ci chiama a condividere il progetto del Regno di Dio? Per questo motivo il Convegno Internazionale di Pastorale Vocazionale è stato convocato entro il Giubileo Straordinario della Misericordia. Vorremo sottolineare che l’approccio legittimo dei pastori della Chiesa verso la gioventù è proprio misericordioso, perché accompagnare un ragazzo o ragazza nella ricerca del senso della vita e sostenerlo fino alla consegna di quella vita è un atto di misericordia, profondamente pastorale, che avviene all’interno della comunità cristiana. È un grande privilegio sentire il polso della vita tra i giovani e, allo stesso tempo, percepire la grandezza della misericordia di Dio che chiama ed invia nuovi apostoli per il bene de suo popolo.

3. Il sottotitolo di questo Convegno ci fa notare che tutti i pastori della Chiesa abbiamo un compito vocazionale, che appartiene al proprio ministero sacerdotale: “La cura pastorale delle vocazioni”. La storia della Chiesa è quella di un insieme di vocazioni concatenate tra di loro, e così, la guida della comunità cristiana diventa sempre una cura pastorale dei suoi membri, sia all’inizio, con l’ascolto della voce di Dio che chiama; sia tramite un percorso formativo e di modo continuo nella Formazione permanente. Quando ogni fedele ha scoperto e vive una chiamata da Dio, tale comunità diventa viva e carismatica, come un corpo vivente. Nessuna vocazione è indifferente per il corpo. Tutti i carismi arricchiscono con un dono dello Spirito Santo la Comunità diocesana, perché ognuno di loro è un membro vivente della Chiesa Particolare. È una responsabilità propria dei pastori, dei Vescovi e Sacerdoti, di far sentire la voce di Dio che chiama ognuno dei membri della comunità diocesana e parrocchiale, specie i giovani. Si tratta della proclamazione del Vangelo della vocazione, parte necessaria del processo evangelizzatore. Dopo viene la formazione dei candidati, i ministri ordinati hanno la grave responsabilità di edificare, tramite il loro personale esempio di vita, i seminaristi e quelli che sonno in un processo formativo nella vita consacrata, con un tale atteggiamento generale, da collaborare se possibile con la comunità dei formatori. Infine, è anche un compito pastorale il sostengo di coloro che già hanno pronunciato il loro “sì” al Signore e vanno avanti in un processo di formazione permanente.

4. Tre anni fa, la Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali, fondata nel 1941 dal Santo Padre Pio XII, è stata trasferita alla competenza della Congregazione per il Clero. Così si rende ancora più forte il legame tra il ministero pastorale dei Sacerdoti e dei Vescovi e la cura delle nuove vocazioni, garanzia di continuità e di rinnovamento per ogni Chiesa Particolare.

5. Il lavoro quotidiano nella Congregazione per il Clero ci permette di capire meglio come il percorso della vita sacerdotale è uno solo. Inizia con la chiamata battesimale che diventa concreta sotto la forma specifica della vocazione sacerdotale, si sviluppa con la formazione di base negli anni del Seminario e si continua lungo il ministero sacerdotale tramite la formazione permanente. Un processo simile succede nel caso di altre vocazioni, sempre con sfumature diverse. Ci rendiamo conto anche della grande importanza della formazione permanente, che occupa il tempo più lungo nel percorso del ministero e della vita dei sacerdoti. Di conseguenza, tutto quello che si impara, sia nel processo vocazionale che in Seminario deve essere presentato in tale modo che possa garantire la continuità lungo l’esercizio del ministero sacerdotale fino alla morte. Le mancanze significative nei primi momenti vocazionali diventano con il tempo ostacoli, a volte insuperabili, nella vita presbiterale.

6. 75 anni di lavoro dall’inizio della Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali ci hanno portato una solida dottrina vocazionale che non dovrebbe essere trascurata. Al di là della situazione vocazionale attuale, il nostro punto di partenza è molto ricco. Mi riferisco, prima di tutto, al messaggio annuale dei Papi per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, insieme alla profonda dottrina vocazionale ed ecclesiale del Concilio Vaticano II, specie la Costituzione Lumen Gentium e il decreto Optatam Totius, e anche le Esortazioni apostoliche Evangeli Nuntiandi e Pastores Dabo Vobis. In un secondo piano dobbiamo tenere conto di tutti i documenti emanati dai Convegni vocazionali precedenti, sia a livello internazionale, sia continentale, in cui è stato progressivamente chiarito il ruolo delle istituzioni vocazionali e anche il modo di agire nell’accompagnamento e il discernimento vocazionale.

7. In questo insieme di dottrina vocazionale sono da rilevare due punti con riferimento al tema del Convegno: a) La missione vocazionale del Vescovo nella diocesi e del Sacerdote nella parrocchia e nei movimenti ecclesiali, costituisce un dovere che abbraccia tutti i fedeli nella loro vocazione personale. Il Vescovo e il Sacerdote, in virtù del proprio ministero, devono prendersi cura di tutte le vocazioni. Al contrario, un’insensibilità, per esempio, davanti alla vita religiosa, alla vita contemplativa o ai movimenti ecclesiali, sarebbe una chiara manifestazione di una forte mancanza d’identità sacerdotale. b) La promozione, l’accompagnamento e l’accurata selezione dei candidati al Seminario diocesano, punto ricorrente negli interventi di Papa Francesco su questa materia, rappresenta un dovere di fedeltà dei pastori alla comunità diocesana, dato che nel futuro sarà affidata a questi candidati la sua guida pastorale. Tra due punti non c'è contraddizione, ma una profonda complementarità. Nel campo della Chiesa Particolare tutte le vocazioni sono un dono dal Signore. Dove c’è una terra feconda, cioè una Comunità Diocesana consistente, crescono tutti i suoi membri.

8. Il ministero pastorale a servizio delle vocazioni e della loro promozione, così come ci è stato presentato da Mons. Patrón Wong, ha bisogno di essere sostenuto e organizzato in modo strutturale nella Chiesa; è a tale scopo che, nel tempo, sono nate alcune istituzioni di promozione vocazionale è sostenuto da alcune istituzioni vocazionali, di solito presenti ovunque nelle nostre Conferenze Episcopali: il Centro Diocesano per le Vocazioni, il Seminario Diocesano e il Centro vocazionale nazionale.

a) Il Centro Diocesano per le Vocazioni si mette al servizio di tutte le vocazioni. Suo scopo è proprio la vita vocazionale dell’intera comunità cristiana, specie dei giovani credenti. Deve sviluppare un’azione profonda e capillare, capace di far sentire la chiamata di Cristo a tutti e d’accompagnare le singole persone in un processo umano e spirituale di crescita vocazionale. Costituisce l’ambito naturale della comunione tra tutti gli operatori vocazionali presenti nella Diocesi. Il Centro Diocesano promuove e garantisce lo sviluppo equilibrato della grande diversità delle vocazioni, ministeri e servizi che portano bellezza e profondità alla vita della Comunità Diocesana.

b) Il Seminario diocesano, sotto la guida del Rettore, deve fare tutto il necessario per garantire un congruo accompagnamento e un’accurata selezione dei candidati prima dell’ammissione al Seminario. Tale compito, particolarmente vicino al ministero del Vescovo, è fatto parallelamente da ogni Casa di formazione della Vita Consacrata, sotto la responsabilità dei Superiori legittimi.

c) I seminaristi occupano un posto privilegiato in vista alla promozione delle vocazioni sacerdotali a causa della loro naturale vicinanza alle nuove generazioni. In ogni momento del percorso formativo i seminaristi possono svolgere un ruolo particolare: Durante il Corso Propedeutico offrono una testimonianza della fede che è al contempo in cammino di revisione e maturazione. Nel tempo della tappa filosofica o discepolare possono diventare un riferimento per i giovani che cercano la santità di vita, la santità giovanile. Nella tappa teologica o configuratrice, i seminaristi sono iniziati nel servizio della pastorale giovanile e nel arte dell’accompagnamento personale. In fine, il seminarista della tappa di sintesi vocazionale, vicino all’Ordinazione diaconale e presbiterale, si trova su una finestra privilegiata soprattutto quando il suo atteggiamento è quello evangelico dell’umiltà nel servizio. Conviene che tutti i seminaristi possano diventare consapevoli del loro compito vocazionale e esercitarlo con la gioia di chi condivide il dono ricevuto dal Signore.

c) Un’altra istituzione rilevante è il Centro Nazionale per la Pastorale Vocazionale, sempre legato alla Commissione corrispondente della Conferenza Episcopale Il Centro Nazionale offre un supporto e una guida all’azione vocazionale delle diverse diocesi e provincie ecclesiastiche, stabilisce i criteri per l’unità e la comunione e garantisce un’adeguata formazione degli operatori vocazionali. A volte questi Centri Nazionali preparano riviste e sussidi di un elevato valore, collaborando significativamente alla comunione e sopra di tutto alla buona salute dei membri più rilevanti della Chiesa.

9. La cura adeguata delle vocazioni è un segno della maturità della Chiesa Particolare. Dall’esperienza pastorale tenuta nella Congregazione per il Clero, vogliamo porre l’accento sul profondo legame che esiste in ogni Chiesa Particolare tra la pastorale vocazionale, la formazione iniziale e quella permanente. Tutti i tre processi costituiscono una testimonianza della maturità del presbiterio e di tutta la Comunità diocesana. Solo i sacerdoti che vivono il proprio ministero in una continua crescita, raggiungono la sensibilità pastorale necessaria per promuovere, accompagnare e discernere le diverse vocazioni, che sono nate proprio nel campo seminato dal Signore nella Chiesa Particolare.

10.Passiamo ora a considerare il Programma del nostro Convegno.

Mercoledì sera è riservato per l’introduzione. Benvenuto da parte del Prefetto della Congregazione per il Clero, S. E. il Card. Beniamino Stella. Questa presentazione generale del Convegno. Un intervento sul posto della pastorale vocazionale nella vita della Chiesa, animato dal Emm.o Sig. Cardinale Alberto Suárez Inda, arcivescovo di Morelia. Una motivazione spirituale sulla misericordia e la vocazione nella Bibbia, guidata dalla professoressa Bruna Costacurta, della Pontificia Università Gregoriana. Giovedì mattina, sulla realtà vocazionale attuale. Iniziamo con l’analisi della realtà vocazionale, fatta sulla base delle risposte al questionario che ognuno di noi già conosce, sotto la guida di S. E. Mons. Benvenuto Italo Castellani, Arcivescovo di Lucca. Proseguiamo con una riflessione sulle nuove realtà in materia vocazionale, con l’aiuto del P. Amedeo Cencini, professore delle Pontificia Università Salesiana e Gregoriana. Lui ci aiuterà a individuare i fenomeni nuovi che si devono prendere in considerazione per un’analisi integrale della Pastorale Vocazionale odierna. Breve intervento del Presidente dell’International Serra Club. Giovedì pomeriggio, sulla dottrina vocazionale. L’Em.mo Sig. Card. Vincent Gerard Nichols, Arcivescovo di Westmister, ci offrirà un panorama complessivo dell’insegnamento vocazionale della Chiesa. Così possiamo individuare il punto di partenza del nostro Convegno. Questo ricordare la dottrina diventa essenziale nell’azione vocazionale della Chiesa, perché si tratta non soltanto di una strategia, ma di un ministero guidato da principi teologici. In seguito sarà riservato un tempo sufficiente per lo scambio tra i gruppi linguistici. Si tratta d’individuare, con l’aiuto dell’intera assemblea, i punti da chiarire sulla pratica della pastorale vocazionale oggi, cioè, dove abbiamo bisogno di una riflessione teologica, spirituale e pastorale più profonda. È impossibile fare un tale compito durante il Convegno, ma aspettiamo che la condivisione tra tutti noi possa aprire il cantiere per l’approfondimento da parte della stessa Congregazione per il Clero e da parte degli osservatori delle facoltà legate al tema vocazionale a Roma. Dopo cena chiediamo all’assemblea uno sforzo supplementare per ascoltare la sintesi del lavoro fatto dai gruppi linguistici. Venerdì mattina, è tutta dedicata al pellegrinaggio e all’incontro con il Santo Padre. Venerdì pomeriggio, sul ministero presbiterale nella pastorale vocazionale. Sono tre relazioni legate tra loro: La prima, sulla cultura vocazionale nella Chiesa Particolare, offerta da S. E. Mons. Milton Luis Tróccoli Cebeido, Vescovo Ausiliare di Montevideo La seconda, sui compiti vocazionali dei pastori, guidata da S. E. Mons. Aliaksandr Yasheuski, S.D.V., Vescovo Ausiliare di Minsk-Mohilev. La terza, sulla cura e selezione delle vocazioni sacerdotali, animata da S. E. Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno. Finiremo con un momento conclusivo da parte del Prefetto della Congregazione per il Clero, il Card. Beniamino Stella.

11.Abbiamo riservato questa Casa dei Salesiani per condividere il più possibile tra di noi: la preghiera con la Liturgia delle Ore, l’Eucaristia, un momento d’adorazione al Santissimo Sacramento, la consumazione dei pasti, nella consapevolezza che la nostra Assemblea si costituisce tramite l’incontro quotidiano tra le persone.

12.Sono stati invitati a partecipare al Convegno: I Vescovi incaricati della Pastorale Vocazionale in ogni Conferenza Episcopale di competenza della Congregazione per il Clero, I Segretari Esecutivi della Pastorale Vocazionale a livello nazionale Alcuni Coordinatori della pastorale vocazionale a livello diocesano.

13. Sono stati anche invitati, con l’incarico di osservatori: Altri Dicasteri della Curia Romana. L’Istituto di Pastorale Vocazionale della Pontificia Università Salesiana. L’Istituto di Psicologia e il Centro “San Pietro Favre” della Pontificia Università Gregoriana. I membri del Consiglio dell’International Serra Club. Alcune istituzioni religiose che hanno svolto un lavoro vocazionale e formativo nella Chiesa per lungo tempo. La ricchezza che circolerà nella condivisione di questi tre giorni sarà un dono prezioso per tutti noi; in questa esperienza, al di là dei contenuti e di quanto potremo fare, sarà importante lasciar parlare il Signore, essere una Chiesa che si mette in ascolto di ciò che lo Spirito vuole suggerire e permettere alla libertà incondizionata della Parola di Dio di far germogliare ciò che vuole. Ciascuno, poi, arricchito da questa iniziativa vissuta insieme ad altri fratelli nella fede, ritornerà nella propria Chiesa e troverà vie, strumenti, metodi e linguaggi per comunicare il Vangelo di Cristo, in modo creativo e nuovo. Per questo, vi invitiamo a partecipare attivamente e ci auguriamo di poter camminare insieme, uniti nella comunione e accompagnati dalla sovrabbondante misericordia di Dio