Intervento del Card. Lazzaro You Heung sik

Conferenza stampa di presentazione della Lettera del Santo Padre sul rinnovamento dello studio della Storia della Chiesa

21 novembre 2024

Il Santo Padre, con quest’ultima Lettera sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa, continua ad incoraggiare ed indirizzare la formazione sacerdotale in particolare, e in generale quella umana e cristiana, verso una piena consapevolezza personale e storica della realtà in cui viviamo e dobbiamo operare, invitandoci a correggere e ad evitare una visione troppo “angelicata” della nostra vita e della nostra esistenza nella storia che viviamo.

Nel ricordarci come nella genealogia di Gesù “nulla è semplificato, cancellato o inventato” fino al punto di non sottacere “nomi a dir poco problematici”, poiché “tutto comunque finisce e fiorisce in Maria ed in Cristo”, il Santo Padre ci ricorda almeno tre caratteristiche fondamentali della fede cristiana, singolari rispetto a tutte le altre esperienze religiose.

1.   La prima: Dio entra in punta di piedi nella storia dell’umanità e dei singoli per innestarci nella Sua storia salvifica.

2.   La seconda, conseguenza della prima, comporta la necessità di conseguire una “dimensione storica dell’essere umano” attraverso “una reale sensibilità storica” che deve portare ad una “Chiesa che riconosce se stessa anche nei suoi momenti più oscuri”, che “diventa capace di comprendere le macchie e le ferite del mondo in cui vive, e se cercherà di sanarlo e di farlo crescere, lo farà nello stesso modo in cui tenta di sanare e far crescere se stessa”.

Qui la proposta cristiana, di una crescita umana-cristiana, emerge in tutta la sua specificità: un Dio che entra nella nostra storia, individuale e generale.

3.   Terza caratteristica: il Dio di Gesù Cristo che entra nella nostra storia come Persona, che parla, vive, agisce, piange, sorride, accarezza, si adira. Costruisce cioè storia con noi per portarci ad un livello di comunione e consapevolezza con Lui, affinché ritroviamo noi stessi come figli suoi che hanno i suoi tratti, fatti “a sua immagine e somiglianza” (Gen1,26), secondo la sua essenza che è comunione. Dio stesso è maestro di Storia, oltre che Signore delle nostre storie. Una storia che con Lui non si costruisce individualmente, ma appunto in comunione, insieme, interconnessi e interdipendenti. Egli stesso nella sua essenza è comunione trinitaria interconnessa e interdipendente. Non ci salviamo da soli, ma insieme, come popolo di Dio.

Ho iniziato questo mio breve intervento dicendo che con questa Lettera il Santo Padre prosegue un discorso di formazione sacerdotale, cristiana e umana che va verso una piena consapevolezza dell’essere sacerdoti, cristiani, esseri umani che cercano di comprendere e di comprendersi nel portare avanti il piano di Dio. Papa Francesco lo aveva di fatto cominciato con la Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione del 4 agosto scorso, dove sottolineava - partendo da San Paolo nell’Areopago, passando per Basilio di Cesarea, fino a Rahner e Latourelle, con le parole di quest’ultimo - che nella letteratura “è la vita che prende coscienza di se stessa quando raggiunge la pienezza di espressione, facendo appello a tutte le risorse del linguaggio” (§5), per questo, sottolineava Papa Francesco, “per un credente che vuole sinceramente entrare in dialogo con la cultura del suo tempo, o semplicemente con la vita delle persone concrete, la letteratura diventa indispensabile” (§8). La letteratura ci apre sostanzialmente ad una “pluralità diacronica e sincronica di culture e saperi” tale che da un lato ne rispetta l’essenza specifica e dall’altro la rende intellegibile (§35).

Proprio questo approccio diacronico e sincronico viene riproposto dal Santo Padre in quest’ultima Lettera sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa nel sottolineare “l’importanza di collegarci alla storia”, per non vivere in un eterno “presente senza passato”, caricatura dell’eternità vera che solo Dio può donare nella vita e nella storia di ciascuno di noi. Può sembrare paradossale, ma mai come in questo periodo dove possiamo essere materialmente e costantemente interconnessi e interdipendenti, abbiamo bisogno di dare un’anima a questa esperienza, di darle memoria e consapevolezza, di darle una storia, di immettere queste interconnessioni e queste interdipendenze in storie vere e concrete, che hanno un passato, che li ha portati al presente che vivono, per costruire consapevolmente il futuro.

Siamo veramente grati a Papa Francesco per queste sue due ultime Lettere sulla formazione dei sacerdoti in particolare, ma anche di tutti gli agenti pastorali, doni che sgorgano dal suo cuore di pastore; esse sono un ulteriore segno del suo affetto e della sua premura per tutti i ministri ordinati e i battezzati e incoraggiano il nostro servizio come Dicastero in favore dei seminaristi, dei sacerdoti e diaconi. Grazie.