Lumen Gentium - 1964
Costituzione dogmatica sulla Chiesa
[...] 10. Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini (cf Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo " un regno e sacerdoti per il Dio e Padre suo " (Ap 1,6; cf 5,9-10). Infatti, per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all'ammirabile sua luce (cf 1 Pt 2,4-10). Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (cf At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (cf Rm 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della loro speranza di vita eterna (cf 1 Pt 3,15).
Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del regale loro sacerdozio, concorrono all'oblazione dell'Eucaristia, e lo esercitano col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e l'operosa carità.
[...] 28. Cristo, santificato e mandato nel mondo dal Padre (cf Gv 10,36), per mezzo degli Apostoli ha reso partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro successori, cioè i Vescovi, i quali hanno legittimamente affidato, in vario grado, l'ufficio del loro ministero a vari soggetti nella Chiesa. Così il ministero ecclesiastico istituito da Dio, viene esercitato in diversi ordini, da quelli che già anticamente sono chiamati Vescovi, Presbiteri, Diaconi.
I Presbiteri, pur non possedendo l'apice del sacerdozio e dipendendo dai Vescovi nell'esercizio della loro potestà, sono tuttavia a loro congiunti per l'onore sacerdotale e in virtù del sacramento dell'Ordine, ad immagine di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote (cf Eb 5,1-10; 7,24; 9,11-28), sono consacrati per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino, quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento. Partecipi nel loro grado di ministero, dell'ufficio dell'unico Mediatore Cristo (1 Tm 2,5), annunziano a tutti la divina parola. Ma soprattutto esercitano il loro sacro ministero nel culto eucaristico o sinassi, dove agendo in persona di Cristo, e proclamando il suo mistero, uniscono le preghiere dei fedeli al sacrificio del loro Capo e nel sacrificio della Messa rappresentano e applicano, fino alla venuta del Signore (cf 1 Cor 11,26), l'unico sacrificio del Nuovo Testamento, quello cioè di Cristo, il quale una volta per tutte offrì se stesso al Padre quale vittima immacolata (cf Eb 9,11-28). Esercitano inoltre il ministero della riconciliazione e del conforto con i fedeli pentiti o ammalati, e portano a Dio Padre le necessità e le preghiere dei fedeli (cf Eb 5,1-4). Esercitando, secondo la loro parte di autorità, l'ufficio di Cristo, Pastore e Capo, raccolgono la famiglia di Dio, quale insieme di fratelli animati da un solo spirito, e per mezzo di Cristo nello Spirito li portano al Padre. E in mezzo al loro gregge lo adorano in spirito e verità (cf Gv 4,24). Si affaticano inoltre nella predicazione e nell'insegnamento (cf 1 Tm 5,17) credendo ciò che hanno letto e meditato nella legge del Signore, insegnando ciò che credono, vivendo ciò che insegnano.
I sacerdoti, saggi collaboratori dell'Ordine episcopale e suo aiuto e strumento, chiamati a servire il Popolo di Dio, costituiscono con il loro Vescovo un unico corpo sacerdotale, sebbene destinato a diversi uffici. Nelle singole comunità locali di fedeli rendono, per così dire, presente il Vescovo, cui sono uniti con animo fiducioso e grande, ne prendono, secondo il loro grado, gli uffici e la sollecitudine e li esercitano con dedizione quotidiana. Essi, sotto l'autorità del Vescovo, santificano e governano la porzione di gregge del Signore loro affidata, nella loro sede rendono visibile la Chiesa universale e portano un grande contributo all'edificazione di tutto il corpo mistico di Cristo (cf Ef 4,12). Sempre intenti al bene dei figli di Dio, cerchino di portare il loro contributo al lavoro pastorale di tutta la diocesi, anzi, di tutta la Chiesa. E a ragione di questa loro partecipazione nel sacerdozio e nel lavoro apostolico, i sacerdoti riconoscano nel Vescovo il loro padre e gli obbediscano con rispettoso amore. Il Vescovo poi, consideri i sacerdoti suoi cooperatori come figli e amici, come Cristo che chiama i suoi discepoli non servi, ma amici (cf Gv 15,15). Per ragione quindi dell'Ordine e del ministero, tutti i sacerdoti, sia diocesani che religiosi, sono associati al Corpo Episcopale e, secondo la loro vocazione e grazia, servono al bene di tutta la Chiesa.
In virtù della comune sacra ordinazione e missione tutti i sacerdoti sono fra loro legati da un'intima fraternità, che deve spontaneamente e volentieri manifestarsi nel mutuo aiuto, spirituale e materiale, pastorale e personale, nei convegni e nella comunione di vita, di lavoro e di carità.
Abbiano poi cura, come padri in Cristo, dei fedeli che hanno spiritualmente generato col battesimo e l'insegnamento (cf 1 Cor 4,15; 1 Pt 1,23). Divenuti spontaneamente modelli del gregge (1 Pt 5,3) presiedano e servano alla loro comunità locale, in modo che questa possa degnamente essere chiamata con il nome di cui è insignito tutto e solo il Popolo di Dio, cioè la Chiesa di Dio (cf 1 Cor 1,2; 2 Cor 1,7; passim). Si ricordino che devono, nella loro quotidiana condotta e sollecitudine, presentare ai fedeli e infedeli, cattolici e non cattolici, l'immagine di un ministero veramente sacerdotale e pastorale, e rendere a tutti la testimonianza della verità e della vita, e come buoni pastori, ricercare anche quelli (cf Lc 15,4-7) che, sebbene battezzati nella Chiesa cattolica, hanno abbandonato la pratica dei sacramenti, o persino la fede. Siccome oggigiorno l'umanità va sempre più organizzandosi in unità civile, economica e sociale, tanto più bisogna che i sacerdoti, consociando il loro zelo e il loro lavoro sotto la guida dei Vescovi e del Sommo Pontefice, sopprimano ogni causa di dispersione, affinché tutto il genere umano sia ricondotto all'unità della famiglia di Dio.
[...] 41. Nei vari generi di vita e nei vari uffici una unica santità è coltivata da quanti sono mossi dallo Spirito di Dio e, obbedienti alla voce del Padre e adoranti in spirito e verità Dio Padre, seguono Cristo povero, umile e carico della croce per meritare di essere partecipi della sua gloria. Ognuno secondo i propri doni e uffici deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo della carità.
In primo luogo i Pastori del gregge di Cristo devono, a immagine del sommo ed eterno Sacerdote, Pastore e Vescovo delle anime nostre, compiere con santità, slancio, umiltà e fortezza il proprio ministero, il quale, così adempiuto, sarà anche per loro un eccellente mezzo di santificazione. Eletti alla pienezza del sacerdozio, è loro data la grazia sacramentale affinché, pregando, santificando e predicando, con ogni forma di cura e servizio episcopale esercitino un perfetto ufficio di carità pastorale, non temano di dare la propria vita per le pecorelle e, fattisi modello del gregge (cf 1 Pt 5,3), promuovano anche, con il loro esempio, la Chiesa verso una santità ogni giorno più grande.
I sacerdoti, a somiglianza dell'ordine dei Vescovi, dei quali formano la corona spirituale, partecipando alla grazia dell'ufficio di quelli per mezzo di Cristo, eterno e unico mediatore, mediante il quotidiano esercizio del proprio ufficio crescano nell'amore di Dio e del prossimo, conservino il vincolo della comunione sacerdotale, abbondino in ogni bene spirituale e diano a tutti la viva testimonianza di Dio, emuli di quei sacerdoti, che nel corso dei secoli, in un servizio spesso umile e nascosto hanno lasciato uno splendido esempio di santità. La loro lode risuona nella Chiesa di Dio. Pregando e offrendo il sacrificio, com'è loro dovere, per il loro popolo e per tutto il Popolo di Dio, riconoscendo ciò che fanno e imitando ciò che amministrano, anziché essere ostacolati alla santità dalle cure apostoliche, dai pericoli e dalle tribolazioni, ascendano piuttosto per mezzo di esse a una maggiore santità, nutrendo e dando slancio con l'abbondanza della contemplazione alla propria attività, per il conforto di tutta la Chiesa di Dio. Tutti i sacerdoti e specialmente quelli che, per lo speciale titolo della loro ordinazione, sono detti sacerdoti diocesani, ricordino quanto contribuiscano alla loro santificazione la fedele unione e la generosa cooperazione col proprio Vescovo.
Della missione e della grazia del supremo Sacerdozio partecipano in modo proprio anche i ministri d'ordine inferiore, e prima di tutto i diaconi, i quali, servendo ai misteri di Dio e della Chiesa, devono mantenersi puri da ogni vizio e piacere a Dio e studiarsi di fare ogni genere di opere buone davanti agli uomini (cf 1 Tm 3,8-10.12-13). I chierici che, chiamati dal Signore e separati per aver parte con lui, sotto la vigilanza dei pastori si preparano ai doveri dei sacri ministri, sono tenuti a conformare le loro menti e i loro cuori a una così eccelsa elezione: assidui nell'orazione, ferventi nella carità, intenti a quanto è vero, giusto e di buon nome, tutto operando per la gloria e onore di Dio.