Stralcio video Papa Francesco - Dal discorso ai partecipanti al Simposio 17-02-22

07 February 2024

Discorso ai partecipanti al Simposio
“Per una teologia fondamentale del sacerdozio”
17 febbraio 2022


La vita di un sacerdote è anzitutto la storia di salvezza di un battezzato. Il cardinale Ouellet ha detto questa distinzione tra sacerdozio ministeriale e battesimale. Noi dimentichiamo a volte il Battesimo, e il sacerdote diventa una funzione: il funzionalismo, e questo è pericoloso. Non dobbiamo mai dimenticare che ogni vocazione specifica, compresa quella all’Ordine, è compimento del Battesimo. È sempre una grande tentazione vivere un sacerdozio senza Battesimo – e ce ne sono, sacerdoti “senza Battesimo” –, senza cioè la memoria che la nostra prima chiamata è alla santità. Essere santi significa conformarsi a Gesù e lasciare che la nostra vita palpiti con i suoi stessi sentimenti (cfr Fil 2,15). Solo quando si cerca di amare come Gesù ha amato, anche noi rendiamo visibile Dio e quindi realizziamo la nostra vocazione alla santità.  Ben a ragione San Giovanni Paolo II ci ricordava che «il sacerdote, come la Chiesa, deve crescere nella coscienza del suo permanente bisogno di essere evangelizzato» (Esort. ap. postsin. Pastores dabo vobis, 25 marzo 1992, 26). E vai a dire tu a qualche vescovo, a qualche sacerdote che dev’essere evangelizzato… non capiscono. E questo succede, è il dramma di oggi. […]

La vicinanza con Gesù, il contatto con la sua Parola, ci permette di confrontare la nostra vita con la sua e imparare a non scandalizzarci di niente di quanto ci accade […]. Come è stato per il Maestro, passerete attraverso momenti di gioia e di feste nuziali, di miracoli e di guarigioni, di moltiplicazione di pani e di riposo. Ci saranno momenti in cui si potrà essere lodati, ma verranno anche ore di ingratitudine, di rifiuto, di dubbio e di solitudine, fino a dover dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46). […]

Molte crisi sacerdotali hanno all’origine proprio una scarsa vita di preghiera, una mancata intimità con il Signore, una riduzione della vita spirituale a mera pratica religiosa. Questo voglio distinguere anche nella formazione: una cosa è la vita spirituale, un’altra cosa è la pratica religiosa. “Come va la tua vita spirituale?” – “Bene, bene. Faccio la meditazione al mattino, prego il rosario, prego la “suocera” – la suocera è il breviario – prego il breviario e tutto questo… Faccio tutto”. No, questa è pratica religiosa. Ma come va la tua vita spirituale?