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Saluto del Cardinale Prefetto al Santo Padre: “Occorre formare preti che appartengono a Dio e che sanno farsi amare dalla gente”

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S. Em. il Card. Beniamino Stella

Alla presenza del Santo Padre Francesco, in visita all’Assemblea Plenaria della Congregazione per il Clero, il Cardinale Prefetto Beniamino Stella ha rivolto un saluto, ricordando l’urgenza di formare presbiteri dediti all’azione sacramentale e all’annuncio, gioiosi e trasparenti, capaci di farsi amare dal popolo di Dio.

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Assemblea Plenaria

Saluto del Cardinale Prefetto al Santo Padre

Venerdì 3 Ottobre 2014

 

 

Santo Padre,

La Congregazione per il Clero celebra la sua Assemblea Plenaria, dopo aver iniziato ad assimilare l’importante novità della competenza sui Seminari, trasferitale dal Suo Predecessore, Benedetto XVI, con il Motu proprio “Ministrorum institutio”, del 16 gennaio 2013, che ha modificato sostanzialmente il volto del Dicastero.

Infatti, unendo le tradizionali e le nuove competenze, la vita dei ministri ordinati trova un comune denominatore nel tema della formazione, iniziale, in Seminario, e permanente, durante gli anni del ministero. Non si tratta di due momenti separati, poiché l’uno prepara l’altro, e il secondo è il frutto maturo del primo. Posta speciale attenzione al tema della formazione, era logico, pertanto, che questa Assemblea Plenaria fosse dedicata principalmente all’elaborazione del progetto di una nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, aggiornamento ed evoluzione di quella pubblicata il 6 gennaio 1970, poi in minima misura integrata nel 1985, dopo la promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico.

Da allora sono passati non pochi anni, e si è avvertita fortemente l’opportunità di porre mano nuovamente alla Ratio, in ragione delle mutate condizioni della società attuale e del diverso e diversificato profilo dei giovani che vengono accolti nei Seminari, avendo però ben chiara una sfida: salvaguardare l’identità del sacerdote, conformato a Cristo Buon Pastore, necessariamente immutabile nel tempo.

Il progetto per la nuova Ratio parte proprio dall’immagine del prete, considerandolo innanzitutto non come un contenitore da riempire, ma come un discepolo del Signore, sempre in cammino, da accompagnare umanamente e spiritualmente, perché possa accogliere e rendere fecondo il dono divino della vocazione, nonostante fragilità e debolezze. In modo particolare, i ministri ordinati devono essere formati per due ambiti di servizio, strettamente connessi l’uno all’altro, che costituiscono l’identità del pastore secondo il Cuore di Cristo: l’ambito sacramentale, soprattutto per la celebrazione dell’Eucaristia, e quello apostolico, dell’annuncio e della formazione cristiana del Popolo di Dio, in un processo di nuova evangelizzazione.

L’Anno Sacerdotale, così ricco di frutti, ha riportato l’attenzione della Chiesa intera sull’importanza e la bellezza del sacerdozio; ora, in certo modo, occorre ritornare alle sorgenti della grazia e far rinverdire il cuore e lo zelo apostolico dei preti, che Lei, Santo Padre, non si stanca di sostenere e incoraggiare con instancabile dedizione. Per il Popolo di Dio occorre formare preti con una appartenenza forte al Signore e alla loro Chiesa particolare, e un’identità solida e sicura, come uomini e come ministri ordinati; preti che siano gioiosi e trasparenti, con un cuore generoso, che vibri all’unisono con quello delle loro comunità; preti esercitati nelle virtù ascetiche e nella disciplina personale, ma affabili al tratto, normali, capaci di farsi amare dalla gente e di attrarre a Cristo.

Pertanto, alla riflessione sulla Ratio e sulla formazione dei presbiteri, naturalmente, si è pensato di unire l’urgente e sempre attuale tema della fraternità sacerdotale, che il Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri colloca nel primo capitolo, dedicato all’identità del presbitero. Tale collocazione di per sé sottolinea che vivere e concretizzare questa fraternità non costituisce una dimensione marginale rispetto alla natura e alla missione del presbitero; si tratta, infatti, di un elemento sostanziale, senza il quale non è possibile vivere il ministero presbiterale come voluto dal Signore.

Questa fraternità è appunto, fraternità sacramentale, perché nessun sacerdote è tale da solo e perché affonda le sue radici nel sacramento dell’Ordine, che introduce la persona in un nuovo stato di vita e produce l’incardinazione in un presbiterio concreto. Solo in comunione con tale presbiterio, e con il Vescovo che lo guida, ogni presbitero può rendere il suo servizio al popolo di Dio, essendo non solo vero uomo, ma anche vero uomo di Dio. Perché tale fraternità diventi effettiva per tutti e mostri al mondo la bellezza della comunione esistente tra i sacerdoti, vi è l’urgente necessità per tutti noi di ascoltare insieme la voce dello Spirito, che guida la Chiesa verso un futuro di speranza, ricordando che “la messe è molta e gli operai sono pochi” (Lc 10, 2) e che, pertanto, la sollecitudine per il comune impegno apostolico deve prevalere su qualsiasi altra umana considerazione.

La comunione, fondata sul sacramento dell’Ordine, comprende naturalmente anche i Diaconi permanenti, abilitati a servire il Popolo di Dio nella diaconia della Liturgia, della Parola e della Carità. A questo tema, il Dicastero ha dedicato un’indagine a livello mondiale, che ha consentito di evidenziare luci e ombre connesse a questo ministero, in vista della futura revisione del Direttorio per la vita e il ministero dei Diaconi permanenti.

Proprio grazie a questa testimonianza di comunione fraterna, idealmente, il cerchio si chiude, in prospettiva vocazionale. Affascinati dalla vita buona del Vangelo e dai legami fraterni che uniscono i sacerdoti, più facilmente i giovani potranno avvertire quel fascino e quell’attrazione che, sola, induce a seguire davvero Cristo.

D’altra parte, i genuini rapporti di fraternità vissuti, indurranno naturalmente i sacerdoti ad avere zelo e sollecitudine per le vocazioni, avvertendo l’urgenza di generare figli spirituali, continuatori del loro ministero.

Santo Padre, desideriamo camminare sempre uniti alla Sua persona, seguendo le sue indicazioni come successore dell’apostolo Pietro, garante dell’unità e dell’amore fra tutti noi. Con piena disponibilità di cuore e sincera gioia, attendiamo le Sue parole e i Suoi consigli, ben consapevoli che sono per noi il canale attraverso il quale ci raggiunge il volere di Cristo Signore.