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Pontificio Seminario Romano Maggiore: Celebrazione della S. Messa di S.Em. Beniamino Stella

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Pontificio Seminario Romano Maggiore

Domenica I Febbraio 2015

È con grande gioia che ho accolto l’invito del Rettore a presiedere la Celebrazione della S. Messa in una ricorrenza tanto significativa per il Pontificio Seminario Romano Maggiore: il 450° anniversario della sua fondazione. Tale evento mi coinvolge, con emozioni non superficiali, a livello personale, dal momento che ho vissuto gli anni cari e belli  della mia formazione al Sacerdozio, proprio tra queste mura.

Spesso ritorno con la mente e il cuore a quel tempo, ricordando, con gratitudine, superiori, docenti e tanti fratelli di cammino, accomunati da un unico ideale: giungere ad essere sacerdoti. Oggi, convocati intorno all’altare del Signore, sotto lo sguardo materno della Madonna della Fiducia, ringraziamo Dio per i benefici spirituali elargiti a questa Istituzione, e, attraverso di essa, a tutta la Chiesa.

Il Vangelo di oggi ci mostra Gesù Maestro, che insegna con autorevolezza nella sinagoga. Lo spirito immondo svela l’identità di Gesù, definendolo «il Santo di Dio». La Parola potente di Gesù guarisce e libera il corpo  del posseduto, e ne illumina con la luce della fede, le profondità del cuore.

La nostra fede - e il nostro cammino di fede - dono dello Spirito, ricevuto nel Battesimo, deve aprirci alla conoscenza della identità  profonda di Gesù, per poter avere con Lui una relazione personale autentica. Un rapporto con Cristo, infatti, consiste nel conoscerLo, amarLo e seguirLo: conoscerLo per amarLo, amarLo per seguirLo. Il Seminario è lo spazio privilegiato e un tempo provvidenziale per vivere le tappe di tale itinerario interiore.  

La vocazione sacerdotale, singolare grazia di Dio, richiede un serio impegno per rispondere fedelmente alla chiamata di Gesù, che invita i discepoli a “stare” con Lui, per conoscerLo e scoprire la bellezza e la gioia di appartenergli.

Il nostro incontro personale con il Signore è davvero l’impegno interiore di tutta la vita nostra, del tempo del Seminario e di quello da Sacerdoti, rafforzando ogni giorno quel brivido spirituale del nostro primo incrociare gli sguardi con il Maestro, e motivando, nell’ascolto della Parola e nell’adorazione del Tabernacolo, quella scelta fondamentale, che un giorno ci ha portato a legare la nostra vita, per sempre, al cuore del Maestro.

In questa esperienza discepolare, che ci avvicina a Cristo e permette di conformarsi sempre più a Lui (Papa Francesco, Plenaria Congregazione Clero, 3 Ottobre 2014), voi seminaristi siete accompagnati dall’opera educativa dei superiori, che vi aiutano a vivere, con consapevolezza, questo percorso orientato a formare in voi il cuore del Pastore, a servizio del Popolo Santo di Dio, soprattutto nel dispensare generosamente la misericordia del Padre che perdona.

Infatti, l’impegno costante, fatto di sacrificio – lo si chiamava “l’agere contra” -    nelle varie attività formative è funzionale all’acquisizione della carità pastorale, che è principio che ispira e caratterizza il ministero sacerdotale. In questo tempo di formazione, quindi, siete chiamati a interiorizzare la dimensione del servizio, propria della missione di Gesù, incarnandola nella cura attenta delle persone che incontrerete e che, a suo tempo, vi saranno affidate. A questo proposito, Papa Francesco ha ricordato: «Voi state diventando pastori a immagine di Gesù Buon Pastore, per essere come Lui e in persona di Lui, in mezzo al Suo gregge, per pascere le Sue pecore» (Udienza alla Comunità del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, 14 Aprile 2014).

La storia del Seminario Romano è una testimonianza ininterrotta di questo impegnativo programma educativo, realizzato mediante una comprovata formazione sacerdotale e intellettuale.  

La comunità del Seminario, pertanto, non può non formarsi e crescere intorno all’Eucaristia, fonte di unità e sorgente di comunione. Infatti, l’incontro, che forgia i discepoli e i pastori sul cuore di Cristo, avviene nella celebrazione della S. Messa. La partecipazione all’Eucaristia è la via maestra per crescere nell’amore di Cristo ed è la fonte più autentica della vita interiore. La formazione di una solida “spiritualità eucaristica” è finalizzata a configurare la vostra esistenza a Gesù, che si dona tutto a tutti. L’incontro con Lui, Pane di Vita, è la radice e la meta della vocazione sacerdotale, che non è mai dono per noi stessi, ma per tutta la Chiesa.

Il Seminario Romano, fondato, com’è noto, il 1° febbraio del 1565, sotto il pontificato di Pio IV, fu una “primizia” del Concilio tridentino. Sono trascorsi 450 anni, un tratto di strada rilevante, eppure questa Istituzione ha attraversato i secoli, assolvendo fedelmente quella funzione formativa, prevista dal Decreto conciliare (Decreto Cum adolescentium aetas, del 15 luglio 1563) che istituiva i Seminari, rispondendo a un’esigenza fortemente avvertita all’epoca e tuttora valida. Richiesto dagli stessi Padri Conciliari e affidato inizialmente alla Compagnia di Gesù, il Seminario Romano assunse una particolare “missione” ecclesiale.

Nei secoli successivi, nonostante i cambiamenti di sede e le variazioni dell’assetto organizzativo, il Seminario ha continuato, con il medesimo spirito, a formare tante generazioni di giovani. Nel 1914 – l’anno scorso è stato celebrato il primo centenario – il Seminario Romano fu trasferito dall’Apollinare nell’attuale sede, adiacente la Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale del Vescovo di Roma.

Questo Seminario Romano - voi non lo ignorate - è il Seminario del Vescovo di Roma. I vincoli di affetto e devozione al Santo Padre devono essere la bandiera e il marchio di qualità di questa Istituzione. Esso, infatti, non solo per la sua collocazione geografica, ma soprattutto per la sua natura di Seminario diocesano di Roma, mantiene un legame speciale con il Successore di Pietro.

Cari Seminaristi, la Provvidenza vi da la grazia di poter ascoltare ogni giorno la voce e guardare da vicino, la persona e l’azione pastorale del Successore di Pietro, una vera e attraente scuola di vita cristiana e di carità pastorale. Profittiamo di questa eccezionale opportunità che il nostro vivere a Roma ci consente: impariamo ad essere sacerdoti e pastori allo stile del Papa Francesco, radicando nella nostra persona la sua ricchezza straordinaria di umanità  e di virtù cristiane, tra esse la purezza del cuore e la povertà evangelica.   La nostra fedeltà al Papa si deve poi tradurre in preghiera per Lui, perché il Suo ministero apostolico sia sempre più fecondo.

L’universalità è una nota caratteristica dell’identità storica, ecclesiale e spirituale del nostro Seminario, che contribuisce a formare, secondo una ben nota espressione, i tratti inconfondibili del “prete romano”, cioè il prete dal cuore universale.

A tale riguardo, un illustre alunno, che per il Seminario Romano nutrì sempre grato affetto, San Giovanni XXIII, rivolgendosi a un gruppo di seminaristi, così si espresse: «Convenuti a Roma da tutte le parti del mondo, voi qui vi affratellate nei vostri quotidiani rapporti. Non ci sono diversità sostanziali tra voi, che avete un patrimonio comune, e una comune aspirazione di servizio di Dio e delle anime.[…] qui voi imparate a conoscervi, e perciò a meglio apprezzarvi: e a partecipare e fondere i doni di natura e di grazia, di cui siete i depositari» (Allocuzione del Santo Padre Giovanni XXIII agli alunni dei Seminari e Collegi Ecclesiastici di Roma, 28 gennaio 1960).

Anche la devozione mariana rappresenta uno dei tratti caratteristici della storia e della spiritualità del Seminario Romano, nel quale la Santa Vergine – da più di due secoli – è amata e venerata come “Madonna della Fiducia”. È quasi impossibile pensare al Seminario Romano senza associarlo a questo titolo mariano!  Maria rappresenta una presenza centrale nel Mistero di Cristo e della Chiesa. Con Lei e come Lei siamo chiamati a realizzare la volontà del Padre, nel conoscere, amare e seguire Gesù, nella docilità all’azione dello Spirito Santo.

La Madonna della Fiducia è una guida sicura nel nostro cammino verso la santità. Oggi Le chiediamo di rinsaldare i vincoli di affetto e di gratitudine, che ci legano al nostro Seminario, e di benedire il Santo Padre, la Chiesa di Roma, che vi preparate a servire,  e, ovviamente, la nostra Comunità.

A nome vostro e per ciascuno di voi, alla Madonna della Fiducia chiedo che infiammi i nostri cuori di un amore sempre più ardente per Cristo, che ci aiuti a rimanere fedeli alla nostra vocazione e ci ottenga uno spirito eucaristico e un cuore “romano”, innamorato di Gesù vivo e aperto alla vita e alla missione della Chiesa universale, in comunione con il Santo Padre, sotto la protezione della Madre di Gesù, Fiducia nostra. Così sia.

                                                                                         

Beniamino Card. Stella