Nel giorno della memoria di Maria Vergine Addolorata, il Sermone 67 di San Giovanni D’Avila che rilegge il momento doloroso di Maria sotto la Croce del Figlio.
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SAN GIOVANNI D’ÀVILA
Sermone 67
Perché la Vergine nostra Signora è così addolorata?
9. Ma cos’ha a che vedere con tutto ciò la Vergine Maria nostra Signora? Perché è così addolorata? Perché l’Eterno Padre le diede tante tribolazioni in questo giorno? Non è scritto: Se troverai un nido di uccelli in campagna, e in esso ci fosse la madre, non portartela via, prendi piuttosto gli uccellini; prendi i figli e lascia la madre? Non ordinava Dio nell’Esodo: Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre? Ne coxeris haedum in lacte matris suae. Signore, avete cura degli uccelli, avete cura degli animali? Numquid de bobus cura est Deo? Cos’è tutto questo, Signore? Non bastava uccidere il Figlio e metterlo in una croce, senza dover uccidere anche la Madre? Perché si fa cuocere Gesù Cristo nelle lacrime di sua Madre? Se lo volete arrosto, sarà arrostito nel fuoco di tormenti così grandi, arrostito dal fuoco dell’amore, che ardeva nel suo benedettissimo cuore mentre soffriva sulla croce e, se lo volete cotto, è cotto nelle lacrime, uscite dagli occhi della sua santissima Madre, vedendo quello che stava soffrendo.
10. Oh, benedetta sia la vostra misericordia, Signore! E che cosa vi ha fatto questa beata Vergine? Che cosa vi ha fatto colei che vi ha servito ogni giorno della sua vita? Che cosa vi ha fatto colei che, mentre era in questa vita, in null’altro ha speso il suo tempo se non nel rendersi a voi gradita? Che cosa ha fatto colei che ha vegliato tutte le notti e i giorni per accontentarvi? Che cosa ha fatto il suo cuore verginale, nel quale anche il più piccolo pensiero, il più piccolo del mondo, non contenne mai la benché minima offesa nei vostri confronti, da renderla voi oggi così triste? Che cosa vi ha fatto, Signore, questa Vergine immacolata, nella quale mai vi fu il peccato? Perché ora l’avete addolorata tanto?
11. Multae filiae congregaverunt divitias, sed tu supergressa es universas. Molte figlie hanno portato ricchezze, ma tu, Signora, le hai superate tutte! Che vuol dire: ci sono state molte sante, molte donne caste, molte vergini, molte hanno amato Gesù Cristo grandemente, tanto che lasciavano ricchezze, onori e la possibilità di essere spose di re, e tutto ciò che nel mondo è appariscente e dietro il quale gli uomini vanno perdendo il senno; ma su tutte voi siete avvantaggiate, la più santa di tutte le vergini sante, la più casta di tutte le donne caste, avete amato Gesù Cristo più di tutte coloro che hanno lasciato il mondo e le loro vesti per seguire Lui, per amarlo. Nessuno è al pari di voi. Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma voi, Signora, molte di più di tutte le altre.
Due cose si confrontano oggi, Signora; vediamo qual è la prima: la vostra santità, i vostri dolori, la vostra interiorità, le vostre angosce. Voi, la più santa e la più addolorata, la più amata e la più angosciata, la più alta e la più sminuita. Due cose oggi si contrappongono: quale, Signora, di quelle che abbiamo detto precede le altre? Oh, Signore! E vendete così cara a questa Vergine la vostra interiorità? Se l’avete molto amata, altrettanto l’avete addolorata; se l’avete resa molto santa, molto l’avete angosciata; la misura dell’amore che avete avuto per lei, ha rappresentato il doppio di sofferenza.
12. Con che cosa ti metterò a confronto, a che cosa ti paragonerò, che cosa eguaglierò a te per consolarti, Vergine così addolorata? Poiché è grande come il mare la tua rovina; chi potrà guarirti? Oh, sia tu benedetto, Signore, che hai gettato questa Vergine benedetta nella desolazione! Sulla terra non c’è chi possa consolarla; non c’è chi possa asciugare le sue lacrime; non c’è chi possa mettere fine ai suoi lamenti; non c’è chi accompagni la sua solitudine. Chi metterà fine al tuo dolore? Non esiste più consolazione per te.
La madre di Tobia, il giovane, stava aspettando, quando suo padre lo aveva mandato alla città di Rage; e siccome tardava tanto, non poteva dormire, pensando a cosa ne era di lui, se era morto o vivo, se gli era successo qualcosa. E dice la santa Scrittura che, non potendo sopportare la solitudine e la sua assenza, andava per i sentieri, et plorabat lacrymis irremediabilibus, e diceva: Povera me, figlio mio! perché ti abbiamo mandato per quei cammini? Luce dei nostri occhi, bastone della nostra vecchiaia, consolazione della nostra vita, speranza della nostra stirpe, a fare cosa ti abbiamo mandato? Se avevamo la povertà, quando c’eri tu, non si sentiva; se sopportavamo fatiche, con te accanto, non ci sembravano nulla; omnia simul in te uno habentes: e solo con te avevamo tutto.
13. Oh, Vergine benedetta! Se uno ti chiedesse: In chi riponevi la tua consolazione? In chi speravi? Che cosa amavi sopra ogni altra cosa? Forse non era Gesù Cristo?
Egli unico e solo era la tua consolazione e il tuo sposo, il tuo Figlio, la tua gioia, il tuo soccorso; Egli solo era per te tutte le cose; solo con Lui eri contenta, Signora, e nessuna cosa ti mancava; con Lui, niente mancava; mancando Lui, tutto il tuo bene era perduto; non lo avresti scambiato per tutti i cieli e per tutta la terra.
Ella è colei che ha perso di più, la più rattristata, la più sconsolata, la più addolorata fra quante ve ne sono state e ve ne saranno. Quando lo avrà visto, che ormai stava spirando, quando avrà visto quegli occhi lucenti perdere la luce, quando avrà visto il suo petto sollevarsi, quando lo avrà visto ansimare così velocemente con l’ansia della morte, la Madre che vide tutto ciò, cosa avrebbe fatto? Non c’è cuore che lo possa sentire, non c’è lingua che lo sappia spiegare. Non ti è rimasta consolazione né sostegno sulla terra, morto il tuo santissimo Figlio, perché in lui erano tutte le tue cose.