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Omelia del Cardinale Mauro Piacenza in occasione del Congresso Vocazionale Europeo

tommaso
Congresso Vocazionale Europeo

“Tommaso, detto Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù”. Con questa annotazione, l’Evangelista Giovanni pone subito in luce la questione capitale: Tommaso non incontrò il Risorto, a differenza dei suoi fratelli, non perché indegno o perché inadeguato; l’incontro vivo con il Risorto è sempre una novità assoluta, totalmente gratuita, che trasforma coloro che ne sono coinvolti e costituisce il fondamento di ogni moralità. Tommaso non incontrò il Signore semplicemente perché “non era con loro”, non era con gli Apostoli; non era, cioè, nel luogo scelto dal Signore quale Sua dimora e Tempio della Sua Presenza. Non era nella Chiesa!

    Solo nella Chiesa, nella comunità di coloro che sono generati dal Signore, abbracciati dalla Sua Misericordia, rinnovati dal Sacramento dell’Altare, ammaestrati e guidati dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con Lui, è possibile credere all’annuncio del Vangelo - “Abbiamo visto il Signore” - e così incontrare il Risorto!

    Tale verità fornisce immediatamente un dato fondamentale, non solo per l’essenza della vita cristiana ma, ancor più, per il delicatissimo compito di formazione dei futuri sacerdoti. Solo nella Chiesa santa di Dio, nella dimora del Risorto, è possibile il sorgere di nuove Vocazioni, e “nella Chiesa” significa “nella fede della Chiesa”, nell’esperienza sempre nuova della Chiesa, nella vita della Chiesa! La formazione - voi lo sapete bene - non potrà mai risolversi in un’insieme di informazioni da comunicare, né potrà mai consistere in un plasmare i candidati, facendo affidamento su forze, spesso solo umane, o troppo umane. No! Formare i candidati al Sacerdozio, coloro che Dio ha voluto investire di questa altissima chiamata, significa introdurli, sempre più profondamente, nella vita della Chiesa, cioè nella comunione degli Apostoli, che è comunione sacramentale, comunione dottrinale e comunione gerarchica.

    Ma facciamo un ulteriore passo avanti. Tutto questo non significa introdurre i candidati al Sacerdozio, o quanti stanno discernendo la chiamata di Dio, dentro una realtà asettica, aridamente istituzionale - anche perché, nella Chiesa, istituzione e carisma, istituzione e Spirito sono sempre inscindibili - ma significa introdurli dentro quella che ormai è la nostra stessa vita, il nostro stesso Cenacolo. O la Chiesa, infatti, nella sua totalità accade e riaccade continuamente nella vita dei ministri di Dio, e specialmente di coloro che hanno ricevuto l’alto mandato di formare i futuri sacerdoti, oppure non vi sarà mai autentica formazione.

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