Inizia il 24 gennaio 2016 il 51º Congresso Eucaristico Internazionale, che si svolgerà a Cebu, nelle Filippine e avrò come tema “Cristo in voi, speranza della gloria”. Secondo S.E. Mons. Palma, Arcivescovo di Cebu, sarà un’occasione per “immaginare il cristianesimo in modo nuovo” e “portare avanti il compito dell’evangelizzazione”.
___________________________
27/10/2015
VATICANO - FILIPPINE
A Cebu il Congresso eucaristico internazionale che guarderà alla evangelizzazione dell’Asia
Dalle Filippine “la sfida di vivere e immaginare il cristianesimo in forme storiche diverse da quelle alle quali siamo abituati in Occidente”. Anche oggi continua a essere considerata associata all’Occidente. Il testo-base del Congresso ha come trama “il programma di dialogo con le culture, con le tradizioni religiose e con le moltitudini di poveri”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Avrà una forte caratterizzazione missionaria il 51mo Congresso eucaristico internazionale che si terrà a Cebu (Filippine) dal 24 al 31 gennaio 2016, sul tema: “Cristo in voi, speranza della gloria”. Esso “potrebbe divenire lo specchio della Chiesa asiatica, nel senso che si potrà vedere come la Chiesa cattolica porta avanti il compito della evangelizzazione”, ha sostenuto mons. Jose S. Palma, arcivescovo di Cebu, nel corso della presentazione dell’evento, oggi in Vaticano.
“In anni recenti – ha detto ancora - l’Asia è il continente divenuto uno dei principali motori della crescita mondiale dal punto di vista economico e sociale. Dal punto di vista religioso, tuttavia, è ancora un continente che deve essere evangelizzato; è ancora un continente nel quale la Chiesa cattolica è una piccola minoranza, malgrado sia il continente nel quale Gesù è nato, vissuto, morto e risorto”. Eppure, nonostante secoli di impegno per l’evangelizzazione, ha sottolineato da parte sua mons. Piero Marini, presidente del Comitato per i congressi eucaristici internazionali, a parte l’eccezione filippina, “il cristianesimo è oggi, in Asia, un piccolo resto anche se composto da minoranze vive e generose. Se si consultano i dati più recenti dell’Annuario statistico vaticano, si scopre che i cattolici asiatici sono 134 milioni, cioè il 3% degli abitanti del loro continente, ma l’11 % dei cattolici del mondo. Gli ultimi viaggi di Papa Francesco hanno raggiunto quei Paesi che hanno un numero di cattolici superiore alla media asiatica, ma il cattolicesimo sta crescendo anche altrove, soprattutto in Cina, India e Vietnam, Paese questo in cui la crescita è esponenziale, perché dai 1,9 milioni di cattolici del 1975 si è giunti ai 6,8 milioni di oggi”.
“L’appuntamento nelle Filippine – ha detto ancora mons. Marini - è particolarmente rilevante almeno sotto tre profili”. Oltre all’aspetto storico-missionario, egli ha indicato il profilo geografico e quello propriamente legato alla recente evangelizzazione dell’Asia.
Il profilo geografico dipende dalla scelta della città chiamata ad ospitare il Congresso. Cebu “è in qualche modo nel cuore dell’Asia orientale, a poco più di due ore di aereo da Hong Kong, Taiwan, Vietnam, e relativamente vicina alla Corea del Sud, al Giappone, all’India e all’Australia. Lì potranno confluire soprattutto quei cristiani che, a causa delle distanze e dei costi, sono spesso stati esclusi dai grandi eventi internazionali”.
Per quanto riguarda il profilo “propriamente legato alla moderna evangelizzazione dell’Asia”, al di là dei numeri relativamente piccoli, la Chiesa in Asia incarna la sfida di vivere e immaginare il cristianesimo in forme storiche diverse da quelle alle quali siamo abituati in Occidente. L’Asia, infatti, non ha mai vissuto le dinamiche – anche politiche – ereditate dell’impero di Costantino o di Carlo Magno. In Asia nessun Paese ha mai vissuto se stesso come una societas cristiana. Il contesto sociale in cui la Chiesa d’Asia è inserita, è fatto di periferie e di frontiere, di forti tensioni e conflitti di ordine religioso, politico e sociale. Negli ultimi 40 anni il continente ha cercato di forgiare la propria identità pagando spesso il prezzo di uno spirito nazionalistico agitato da sentimenti anti-occidentali. La globalizzazione ha condotto ad un rapido processo di modernizzazione e di cambiamenti ed è accompagnata da fenomeni di secolarizzazione mentre situazioni di emergenza sono continuamente create dai giganteschi agglomerati urbani pesantemente sfregiati da criminalità, sfruttamento dei più deboli, contrapposizioni. Inoltre, la diversità delle numerose culture ed identità nazionali del continente originate da una molteplicità di grandi tradizioni religiose sono, oggi più che ieri, all’origine di tensioni e conflitti cinicamente strumentalizzati”...