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Discorso del Prefetto alla Pontificia Università Lateranense

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La mattina del 9 novembre 2021 S.E. Mons. Lazzaro You Heung Sik, Prefetto della Congregazione del Clero, in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico della Pontificia Università Lateranense, nell’Aula Magna Benedetto XVI, ha tenuto una Relazione dal titolo: Uomini e discepoli, al servizio della gente Vita e formazione dei presbiteri oggi

Il Presule, ex- alunno di quell’Ateneo, ha affermato: “Siamo chiamati a vivere costantemente “in uscita”, a oltrepassare con il cuore e con lo sguardo ogni barriera per rispondere al sogno di Gesù: tutti uno, fratelli tutti!”

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Cari fratelli e sorelle,

Permettetemi di rivolgermi a voi in questo modo semplice, senza altri titoli.

Saluto con sentimenti di venerato ossequio il Sig. Card. Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense. Ringrazio vivamente il Rettore Magnifico per gli auguri che mi ha fatto pervenire a nome di voi tutti quando sono stato nominato Prefetto della Congregazione per il Clero, e per l’invito a intervenire in questa inaugurazione dell’Anno Accademico.

Non sono venuto a tenere una dotta relazione, ma desidero parlarvi dal cuore. E così vi dico anzitutto che sono contento, molto contento, di tornare alla mia Alma Mater dopo ben 38 anni. Ho frequentato questa “Università del Papa” per sette anni e vi ho difeso, nel febbraio del 1983, la tesi dottorale in teologia. Il tempo trascorso qui è stato ricco e prezioso: tra queste mura ho sperimentato la presenza del mondo intero. Attraverso l’incontro con i compagni e le compagne di studio, tanti Paesi del mondo sono diventati anche miei. Ricordo con tanta gratitudine quest’esperienza!

Prima di venire a Roma, avevo da poco completato tre anni di servizio militare, obbligatorio allora in Corea anche per i seminaristi. Fu un tempo non facile, ma molto utile per allenarsi a essere un vero discepolo di Gesù. Occorreva infatti essere aperti a tutti e testimoniare la fede in veste anche umana, cioè come gioia e serenità, e prossimità. Con la grazia di Dio, in questo modo tanti dei miei commilitoni hanno conosciuto Gesù e sono arrivati al battesimo.

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