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Il criterio da seguire è il bene dei bambini

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S.Em. il Card. Beniamino Stella

Intervistato per L'Osservatore Romano da Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani, il Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, ha affrontato il tema dei Sacerdoti di rito latino con figli. Il Porporato ha spiegato che - secondo una prassi inaugurata sotto il Pontificato di Benedetto XVI - il criterio fondamentale è "salvaguardare il bene della prole, il diritto cioè dei bambini ad avere accanto a sé un padre oltre che una madre". Per tale ragione generalmente si concede la dispensa in tempi brevi, non certo come "punizione" del Sacerdote ma, al contrario, per permettergli un esercizio sereno e responsabile della paternità e garantire ai bambini ciò di cui hanno veramente bisogno. 

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Quello dei “figli dei preti” è un tema rimasto per lungo tempo tabù, con la conseguenza spesso, soprattutto nel passato, che questi bambini crescevano senza avere un padre conosciuto e riconosciuto. Si tratta comunque di un problema distinto da quello affrontato la settimana scorsa in Vaticano, centrato sugli abusi commessi ai danni di minori. Negli ultimi giorni è stato presente a Roma lo psicoterapeuta Vincent Doyle, figlio di un prete cattolico irlandese e fondatore di “Coping International”, un’associazione per la difesa dei diritti dei figli di preti cattolici in tutto il mondo.

Sulla stampa è apparso che egli ha parlato di un documento della Congregazione per il Clero – di fatto, di uso interno, impropriamente definito “segreto” – riguardante l’atteggiamento da tenere in questi casi. L’esistenza di queste linee guida interne – conosciute dal Sig. Doyle sin dal 2017 – e il criterio generale riguardante la protezione dei bambini sono stati confermati dal direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti. Ne parliamo con il cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione del Clero, il Dicastero che si occupa di tale aspetto della vita dei sacerdoti.

Eminenza, quali sono i criteri che guidano le decisioni da prendere nel caso di sacerdoti con figli?

«Il Dicastero segue una prassi fin dai tempi in cui era Prefetto il Cardinale Claudio Hummes – da una decina di anni – il quale per primo aveva portato all’attenzione del Santo Padre, all’epoca Benedetto XVI, i casi di sacerdoti minori di 40 anni con prole, proponendo di far loro ottenere la dispensa senza attendere il compimento del quarantesimo anno come previsto dalle norme di quel tempo. Una tale decisione aveva, e ha, come obiettivo principale quello di salvaguardare il bene della prole, il diritto cioè dei bambini ad avere accanto a sé un padre oltre che una madre. Anche Papa Francesco, che già si era espresso in questo senso da cardinale arcivescovo di Buenos Aires durante un dialogo televisivo con il rabbino Skorka, poi pubblicato in un libro, è stato categorico: l’attenzione prioritaria da parte del sacerdote deve essere nei riguardi della prole».

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