Nell’ambito del Corso sulla “diplomazia dei valori”, il Prefetto della Congregazione per il Clero, Cardinale Beniamino Stella, ha partecipato, il 22 novembre scorso, all’iniziativa dell’Associazione Internazionale “Missionari della Carità Politica”, con una Relazione sul tema: “La presenza del Sacerdote nella vita sociale”
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Ringrazio vivamente il Presidente, Prof. Alfredo Luciani, per l’invito rivoltomi nell’ambito del Corso sulla “diplomazia dei valori” e per la sua attività al servizio di questa benemerita Associazione Internazionale “Missionari della Carità Politica”.
Desidero inoltre salutare voi, distinti Ambasciatori, che partecipate a questo momento di incontro e di riflessione. In ragione dell’importante funzione che svolgete, il vostro interesse è rivolto in special modo a comprendere quanto la Santa Sede realizza quotidianamente nel governo centrale di una realtà strutturata e complessa come la Chiesa.
D’altra parte, a voi non sfugge anche l’insegnamento e l’azione con cui il Magistero del Santo Padre Francesco concorre agli sforzi che si vanno compiendo nel mondo per raggiungere obiettivi come la giustizia, la coesione sociale, la pacifica coesistenza e l’armonia tra persone e popoli. Con le parole e, ancor più, coi gesti e le scelte che opera, Papa Francesco incarna la figura del pastore che si adopera per la Chiesa e per il Mondo, agendo come fattore di coesione e di unità, all’interno di società spesso lacerate e tentate a considerare irrimediabili, determinate situazioni di disagio e di marginalità.
Ho pensato di impostare il contenuto del mio intervento, proprio a partire dall’esempio che il Santo Padre offre ai presbiteri, per evidenziare alcuni aspetti relativi alla presenza del sacerdote nella vita sociale, tenuto conto del peculiare punto di vista che mi è offerto nell’ambito del servizio e dell’esperienza della Congregazione per il Clero.
1. La Riforma della Chiesa e i sacerdoti.
Sin dall’inizio del Suo Pontificato, Papa Francesco ha inteso promuovere una riforma della Chiesa, delle sue strutture, ma soprattutto delle persone, in special modo dei sacerdoti, chiamati a rendere operative in mezzo al Popolo di Dio le auspicate riforme.
A proposito delle strutture, si legge in Evangelii gaudium: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso» (24 novembre 2013, n. 27).
Inoltre, parlando di una specifica parte della riforma in atto, quella della Curia Romana, il Santo Padre ha ribadito la centralità delle persone nel processo per rendere efficace il cambiamento e le modifiche strutturali: «La riforma sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini “rinnovati” e non semplicemente con “nuovi” uomini. […] occorre portarli […] a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente. La riforma non si attua in nessun modo con il cambiamento “delle” persone – che senz’altro avviene e avverrà – ma con la conversione “nelle” persone. In realtà, non basta una formazione permanente, occorre anche e soprattutto una conversione e una purificazione permanente. Senza un mutamento di mentalità lo sforzo funzionale risulterebbe vano» (Discorso in occasione della presentazione degli auguri natalizi della Curia Romana, 22 dicembre 2016).
2. I sacerdoti al servizio della Chiesa e del mondo.
I sacerdoti sono costantemente al centro del Magistero di Papa Francesco, che li incoraggia, li sprona e, quando serve, li riprende, affinché essi possano crescere nella configurazione a Cristo Buon Pastore, fondamento della loro vita e del loro ministero, al servizio del Popolo di Dio e del mondo intero.
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