Nel giorno della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, in cui ricorre anche la Giornata di Santificazione del Clero, il Prefetto della Congregazione per il Clero, Card. Beniamino Stella, ha presieduto l’Eucaristia in San Pietro per il Serra Club International, riunito a Roma per celebrare la 75ª Convention Internazionale. Commentando il Vangelo odierno, il Porporato ha sottolineato che Gesù gioisce, si prende cura dell’uomo perché il Suo Cuore non è anestetizzato e, infine, offre ristoro agli affaticati e agli oppressi. Ai serrani, il Cardinale ha raccomandato: “Non stancatevi di pregare per i sacerdoti e di offrire loro un’amicizia sincera, discreta e generosa”.
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La Solennità del Sacro Cuore di Gesù, che oggi stiamo celebrando, è stata definita da Papa Francesco “la festa dell’amore di Dio, di Gesù Cristo…una festa che noi celebriamo con gioia”. (Papa Francesco, Omelia Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, 27 giugno 2014).
Arrivando qui a Roma per la vostra Convention Internazionale, avete l’occasione per fermarvi e contemplare la bellezza di questo amore del Padre, che sgorga dal Cuore di Cristo, ci tocca nell’intimo, ci trasforma e poi ci invia a ungere il mondo con la gioia del Vangelo.
Vorrei contemplare insieme a voi la bellezza del Cuore di Gesù, ascoltando l’invito che ci rivolge: essere gioiosi, essere creativi, essere ristoro per gli altri.
Il Cuore di Gesù, che è il luogo in cui l’amore di Dio per l’umanità arde senza consumarsi mai, ci invita anzitutto alla gioia. Nel Vangelo di oggi, vediamo che Gesù gioisce, esulta nello spirito e rivolge al Padre una preghiera di lode perché il mistero del Regno è accolto e compreso dai piccoli; Gesù fa festa perché, anche se nella forma di un chicco di senape, vede realizzarsi la missione per cui è stato mandato: che tutti gli uomini, anche coloro che fino ad oggi sono stati esclusi o che non sembrano avere i mezzi adatti per comprendere, possano conoscere l’amore del Padre, esserne toccati ed essere guariti. Nel cuore di Dio non ci sono emarginati, non ci sono esclusi: per questo Gesù gioisce.
Questo è anche il motivo della nostra gioia: sapere che il Cuore di Dio non si arrende dinanzi alle nostre fragilità ma, anzi – come afferma Papa Francesco – proprio quando sperimentiamo il fallimento, l’oscurità e il limite, “lì punta ostinatamente l’ago della sua bussola, lì rivela una debolezza d’amore particolare, perché tutti desidera raggiungere e nessuno perdere” (Papa Francesco, Giubileo dei Sacerdoti, 3 giugno 2016).
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