Il Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, ha concluso l'VIII Congresso Interregionale della Divina Misericordia, dal tema "La misericordia: chiave condivisa nel sacerdozio comune e ministeriale", tenutosi a Gela (CL) Domenica 30 Aprile scorso, presiedendo la Celebrazione Eucaristica.
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Cara Eccellenza Mons. Gisana,
Cari Sacerdoti, Diaconi, Consacrati e Consacrate, Seminaristi,
Fratelli e Sorelle,
L’annuale Congresso della Divina Misericordia, ispirato alla spiritualità di Santa Faustina Kowalska, assume quest’anno un significato del tutto particolare, essendosi recentemente concluso il Giubileo Straordinario della Misericordia. In questo tempo, così prezioso, abbiamo potuto fare esperienza interiore della tenerezza dell’amore del Padre, contemplando il Suo cuore come luogo inclusivo, nel quale ciascuno può sentirsi accolto e amato.
Questo itinerario spirituale trova una testimonianza di grande valore nel servizio svolto dalla “Fraternità Apostolica della Divina Misericordia”, impegnata a ravvivare la coscienza spirituale dei credenti nella misericordia di Dio, non solo con momenti di catechesi e formazione, ma anche attraverso l’opera della “Piccola Casa della Misericordia”, una vera e propria oasi di carità in una “periferia esistenziale", segnata dal crescente disagio sociale e da numerose forme di povertà e di bisogno.
Per riprendere la riflessione sulla Misericordia, già iniziata nel Convegno di oggi, ci lasciamo illuminare dalla bella pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato. I protagonisti sono i due discepoli di Emmaus che, dopo la morte di Gesù, vivono un profondo smarrimento; il loro Maestro è stato crocifisso e, con la Sua morte, sembrano essere crollate le speranze che egli aveva acceso nei cuori. Scoraggiati, delusi e intristiti, essi fanno la strada del ritorno verso casa loro, abbandonando Gerusalemme e l’avventura spirituale vissuta con Gesù. Non avendo per nulla compreso che cosa in realtà era accaduto in quel drammatico fine settimana, si accingono a tornare – diremmo – al loro paesello.
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