Il Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero, S.E. Mons. Patrón Wong, ha tenuto una conferenza presso la Pontificia Università Gregoriana, il 18 ottobre scorso, su José Gabriel del Rosario Brochero, prete argentino canonizzato da Papa Francesco negli stessi giorni.
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Cari fratelli, vorrei ringraziarvi per questo invito a condividere una breve riflessione sulla vita sacerdotale nei giorni della canonizzazione di José Gabriel del Rosario Brochero, il prete Brochero.
Vorrei partire da una semplice constatazione, prendendo spunto dal titolo che mi avete affidato: i due amori nel cuore di un pastore. Penso che questo ci svela il segreto della santità di Brochero, che non consiste tanto in cose straordinarie, ma nel fatto che egli fu un semplice prete, vivendo il ministero apostolico in quel duplice volto dell’amore a cui ogni sacerdote è chiamato: Dio e l’uomo.
I due amori, infatti, intrecciati tra loro, rappresentano la sostanza del ministero presbiterale e mai devono essere separati: il prete è un discepolo guardato, chiamato e affascinato da Cristo, che “lascia le sue reti” e si mette alla sequela del Maestro; ma, in questo cammino, egli scopre che il Signore non chiama per invitarci alla fuga dal mondo o a una religiosità intimista, privata e astratta quanto, piuttosto, per inviarci ai fratelli come segno della tenerezza e dell’amore di Dio.
Un buon pastore, mentre si scopre amato e chiamato al ministero, orienta la sua vita nella stessa direzione di Cristo, facendone quindi una “pro-esistenza”, cioè una vita spesa e offerta per gli altri; il prete, che davvero è configurato a Cristo, alimenta come Lui la relazione intima con Dio Padre e, insieme, “non ha dove posare il capo” (Lc 9,58), percorrendo villaggi e città per portare a tutti la buona notizia e curare le ferite con l’olio della misericordia divina.
Il Decreto Conciliare Presbyterorum ordinis (PO, n. 3) afferma, non a caso, che il sacerdote è “preso tra gli uomini” in favore degli uomini stessi. Preso, cioè afferrato da Cristo che è sorgente e fondamento della sua chiamata all’Ordine Sacro, ma costituito “in favore di”, cioè mandato nel mondo e in mezzo agli uomini, a esercitare un ministero di annuncio, di accompagnamento, di compassione e di misericordia. Due amori, dunque, Dio e l’uomo: senza il primo, la nostra opera diventa ben presto arida, inefficace ed egoistica; senza il secondo, tradiamo la missione che ci è affidata, dimenticandoci che si dà vera gloria a Dio solo quando si serve e si ama il fratello.
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