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Mons. Patrón Wong: una nuova Ratio Fundamentalis a servizio della formazione sacerdotale

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S.E. Mons. Patrón Wong

Intervista al Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero, S.E. Mons. Jorge Carlos Patrón Wong, che parlando della formazione sacerdotale, si sofferma sulle linee guida della nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotali, di prossima promulgazione. 

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Intervista Rivista “Miteinander” a S.E. Mons. Patrón Wong

1. La Congregazione per il Clero sta creando una nuova Ratio Fundamentalis: quali sono i fattori, gli sviluppi e le esperienze che hanno causato questo progetto?

Occorre prendere coscienza che il mondo, in cui la Chiesa è incarnata e i Sacerdoti vivono la loro missione, è immerso in un continuo dinamismo; cambiano le esigenze, le domande, le sfide dell’uomo e tutto ciò tocca l’annuncio della fede cristiana. Tante sono state le trasformazioni di questi ultimi anni, sia quelle che riguardano il contesto culturale, che quelle inerenti alla vita propria della Chiesa, basti pensare alla parrocchia, ai metodi e linguaggi dell’evangelizzazione, all’organizzazione pastorale, ecc. Dinanzi a questo scenario, l’ultima Ratio Fundamentalis è del 1985, e si tratta di un aggiornamento del testo del 1970. Vi sono stati nel frattempo diversi approfondimenti e nuove esperienze nel campo formativo, che abbiamo voluto raccogliere e rielaborare, in costante atteggiamento di discernimento, e cercando di riflettere in modo creativo sull’identità e la missione del prete;

2. A volte la formazione sacerdotale è molto caratterizzata da aspetti nazionali e culturali. Vista questa varietà che cosa si deve considerare nella nuova Ratio Fundamentalis? L’equilibrio giusto tra gli aspetti obbligatori per tutti e lo spazio di manovra nazionale e diocesano, come sarà possibile?

Può essere difficile immaginare un giusto equilibrio tra gli aspetti universali e quelli locali; esso, però, non è il frutto di una strategia politica o manageriale, perché la Chiesa, pur esprimendosi in istituzioni e forme umane e storiche, rimane un mistero di natura spirituale. Unico Corpo in molte membra, ciascuna di esse, sotto l’azione dello Spirito, agisce in comunione con il tutto; perciò, la Ratio Fundamentalis propone un grande orizzonte di significato sulla formazione sacerdotale, una visione generale che include orientamenti e norme ritenuti come il cuore del cammino e, pertanto, passi necessari. Le attuazioni concrete delle proposte, e i particolari che dipendono dalla cultura del luogo e dalla prassi delle Chiesa locali, sono lasciati al discernimento dei Pastori di ogni Nazione. Si tratta di un esercizio e di un’espressione della collegialità ecclesiale, che armonizza le diversità nella comunione;

3. Ci saranno criteri (di qualità) vincolanti che faranno riferimento all’esperienza degli anni scorsi, per esempio alla prevenzione degli abusi (sessuali)?

Nel testo accenneremo al grave problema degli abusi, ma la Ratio si muove principalmente in una visione di “prevenzione”; cioè, se un sacerdote si macchia del terribile delitto della violenza sui minori, o cade in altre forme di immoralità, è evidente che manca qualcosa alla sua struttura umano-affettiva e che, il più delle volte, sono emerse nel tempo problematiche, ma non sono state debitamente affrontate. Occorre, perciò, impegnarsi molto per favorire, nei candidati al sacerdozio, la crescita e lo sviluppo integrale della persona, attraverso un lavoro comune tra formatori e seminaristi, che possa condurre il futuro presbitero a sviluppare una stabile maturità psico-affettiva e, in generale, una struttura personale solida ed equilibrata. Questo deve essere un criterio fondamentale di discernimento vocazionale;

4. Le Chiese particolari, soprattutto europee, sono preoccupate a causa del calo delle vocazioni (sacerdotali). La Ratio Fundamentalis farà riferimento a questo problema e presenterà proposte concrete in favore della promozione delle vocazioni?

In un documento orientativo e normativo della Chiesa universale, non ci si può dilungare sulla lettura di aspetti più sociologici, come quello che riguarda il numero dei Sacerdoti. La Ratio ricorda che la cura e la promozione delle vocazioni sacerdotali è compito di tutta la Chiesa e, proprio per mantenere il suo carattere di universalità, incoraggia le Chiese particolari, in special modo i Centri di Pastorale Vocazionale e Giovanile, a trovare modalità creative e gioiose per annunciare il Vangelo e aiutare i giovani nel discernimento della loro specifica vocazione. Un’efficace azione di pastorale vocazionale dipende, però, dall’esempio di vita che i Sacerdoti possono offrire ai giovani, mentre camminano con loro e condividono i loro percorsi: un testimone, infatti, parla con la sua stessa vita della bellezza del Vangelo. Bisogna certamente impegnarsi molto; il calo delle vocazioni sacerdotali, infatti, non fa bene al Popolo di Dio, considerando che nella vita della Chiesa, e in special modo nelle celebrazioni liturgiche, il Sacerdote ha una rilevanza specifica e un ruolo insostituibile.

5. Papa Francesco è coinvolto nella redazione della Ratio Fundamentalis?

Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Francesco ha mostrato una grande attenzione per i Sacerdoti e per la loro formazione. Sono davvero tanti i richiami che rivolge ai Pastori, ricordando loro di essere per tutta la vita dei “discepoli missionari”, bisognosi di formazione permanente, e raccomandando che non perdano mai la gioia dell’olio che li ha unti, che li rende disponibili al servizio gratuito per il Popolo di Dio. Formare Pastori con la stessa compassione e misericordia del Cuore di Cristo è l’urgenza che il Santo Padre ha sottolineato nelle diverse occasioni in cui ha incontrato la Congregazione per il Clero. Ma la Ratio Fundamentalis abbraccia tutto il Magistero della Chiesa degli ultimi decenni, collocandosi nella visione ecclesiologica del Concilio Vaticano II e approfondendo i tanti aspetti importanti di San Giovanni Paolo II – basti pensare alla Pastores dabo vobis – e di Benedetto XVI. Questo patrimonio rappresenta davvero un tesoro prezioso dal quale, parafrasando il Vangelo, i formatori potranno prendere “cose antiche e cose nuove”, per esercitare al meglio il loro servizio alla Chiesa e alle vocazioni sacerdotali.