Il giornale francese La Coix ha intervistato, qualche giorno fa, Timothy Radcliffe, già maestro dell’Ordine Domenicano e tra i maggiori autori di spiritualità del nostro tempo. A Radcliffe sono state rivolte alcune domande sull’attuale situazione della Chiesa. Anzitutto, una sensazione di declino e la penuria di preti; poi, l’atteggiamento e lo stile di Chiesa da adottare in questa difficile situazione e una parola anche sugli organismi di curia.
Il Padre domenicano è convinto che la Chiesa, anche in passato, abbia attraversato momenti drammatici e, tuttavia, lo Spirito santo ha sempre permesso una rinascita. Ci vuole però la nostra disponibilità e, probabilmente, dinanzi al calo dei preti e dei fedeli, il coraggio di trovare altre forme di annuncio e comunione, accanto a quella tradizionale della parrocchia. Più che preoccuparci per il domani, però, “dobbiamo riflettere su ciò che possiamo fare oggi” e, dunque, prendere l’iniziativa perché Dio è creativo e dobbiamo scommettere su questo. La Chiesa, poi, non deve mantenere atteggiamenti difensivi e negativi ma impegnarsi nel caos reale del nostro mondo, accanto alle persone e alle loro lotte. Questo è l’invito di Papa Francesco: uscire e confrontarsi senza paura. Degna di nota, ci sembra la riflessione sul governo della Chiesa e gli uffici della Curia: abbiamo bisogno di istituzioni e nessuna comunità può esistere senza istituzioni. Ma esse devono essere al servizio della Chiesa e del suo governo e non il contrario. Il compito principale è responsabilizzare tutti i cristiani e non centralizzare forme di potere. Occorre dialogare, dare voce a tutti, esercitarci nella creatività istituzionale.