Nel giorno dell’Epifania, inaugurata alla presenza del Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, una nuova ala del Pontificio Collegio Nord Americano. Il Porporato, meditando sul cammino dei Magi, ha ricordato il compito di formare e preparare il cuore di chi è stato chiamato al sacerdozio ordinato e ha esortato tutti a fare il proprio cammino dalle tenebre alla luce, per permettere al Signore di usarci come strumenti della gioia nel mondo.
Strumenti della gioia
tratto da “L’Osservatore Romano” del 7 gennaio
Il saluto e la benedizione di Papa Francesco sono stati trasmessi dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ai presenti all’inaugurazione della nuova ala del Pontificio collegio americano del nord a Roma, che ha avuto luogo martedì mattina, 6 gennaio. Nel sottolineare come il Pontefice sia «consapevole dei vincoli tra questa casa di formazione sacerdotale, cioè il Pontificio collegio americano del nord e il successore di Pietro» il porporato ha messo in evidenza come questo legame sia «reso presente in modo speciale in questo nuovo ampliamento del collegio: attraverso l’inclusione di un mattone della porta santa della basilica di San Pietro».
Rivolgendosi ai presenti, il segretario di Stato ha detto che a quanti vivono, pregano e lavorano in questo luogo «verrà ricordato questo vincolo con il principe degli apostoli, chiamato a testimoniare la risurrezione e a prendersi cura del gregge di Cristo». Per questo, il cardinale ha chiesto di pregare in modo speciale per il Papa e per «coloro che sono chiamati ad assisterlo nel suo ministero di pastore della Chiesa universale». Il cardinale ha richiamato il significato dell’Epifania per sottolineare come i magi abbiano trovato in Gesù «la luce alla quale li ha guidati la stella»: così «la vera meta della loro vita è stata raggiunta». Essi, ha aggiunto, hanno scoperto colui che «è bontà, verità e bellezza» e quindi sono ritornati «al loro Paese cambiati per sempre, viaggiando per un’altra via, affinché i piani malvagi di Erode fossero sventati e per condividere la luce del Salvatore con tutti coloro che incontravano».
Alla luce dell’esperienza dei magi, il porporato ha ricordato che tutti i cristiani sono chiamati a un esame di coscienza «dinanzi a Cristo bambino». E ha suggerito alcuni spunti di riflessione: «Stiamo facendo la stessa cosa? Avendo trovato il Salvatore che può salvarci dal buio del nostro peccato stiamo camminando nella sua luce?». Il rischio è quello di dimenticare che «le ricchezze della terra e del mare appartengono a lui; le cose più preziose che possediamo e creiamo sono sue: il nostro oro e il nostro incenso, e perfino la mirra della nostra tristezza sono un’offerta a Cristo, nostra luce».
Il segretario di Stato ha quindi invitato a chiedersi se «stiamo rendendo a Dio ciò che gli appartiene, permettendogli di usarci per portare il mondo a lui». Da qui l’assicurazione: «Desideriamo offrire a Dio il meglio di ciò che abbiamo, noi stessi; desideriamo offrire la nostra vita, con Cristo nostro Signore per alleviare la sofferenza nel mondo». Il cardinale ha fatto presente i grandi bisogni della gente: «Tante lacrime in un tempo di grandi perdite; tante tragedie per tante famiglie; grande povertà materiale; e vera povertà spirituale nelle nostre comunità». Realtà spesso dolorose, che sollecitano la preghiera, l’azione, la solidarietà, sull’esempio dei magi che «hanno seguito la stella e poi sono tornati alle loro case “per un’altra via”». Ogni cristiano, all’inizio del nuovo anno, deve domandarsi: «Permetterò a Gesù di trasformarmi in un vero strumento della sua luce e della sua pace?».
Dal cardinale Parolin poi un invito ai seminaristi, ai formatori e a quanti gravitano intorno alla comunità del Pontificio collegio. «Cari amici nella fede — ha detto — tanti giovani uomini hanno riconosciuto con la guida materna e la saggezza della Chiesa, la chiamata radicale a partecipare al sacerdozio di Gesù: a servire Dio come presbiteri nella sua Chiesa. Conoscete bene il lungo processo di preparazione per poter diventare sacerdoti». A tal fine, ha aggiunto, questo «collegio — come ogni altro seminario nel mondo — cerca di formare e preparare il cuore e l’anima di uomini per servire la Chiesa di Cristo». Proprio a questo risponde il nuovo edificio che, grazie alla generosità di benefattori, potrà «facilitare l’ulteriore sviluppo del cuore di uomini nel loro cammino verso il sacerdozio».Per tale motivo, ha proseguito il porporato, «vogliamo permettere al Signore di usarci come suoi strumenti e di usare il materiale con il quale avete costruito per l’edificazione del regno in modo da raggiungere più anime per portare la gioia del Vangelo a un mondo che ha fame di esso». È questa la strada per permettere che «la volontà del Signore venga plasmata attraverso le mani e i cuori dei suoi sacerdoti disposti al servizio, formati qui e in ogni seminario per questo compito». Infine, il cardinale ha affidato alla protezione di Maria, madre della Chiesa e madre di Dio, il nuovo edificio, «chiedendole di modellare ciascuno di noi secondo il modello di suo Figlio», affinché «tutti noi cooperiamo con lei nell’opera di salvezza». Il segretario di Stato ha auspicato che attraverso «la sua fedeltà e il suo amore, e per mezzo della testimonianza degli apostoli in questa città e nel mondo intero, possiamo offrirci sempre più come dolce sacrificio a Cristo nostra luce per la salvezza del mondo». All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, i cardinali Pell, presidente della Segreteria per l’economia, Wuerl, arcivescovo di Washington, Harvey, arciprete della basilica papale di San Paolo fuori le Mura, O’Brien, gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e Cacciavillan, già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America; l’arcivescovo Myers di Newark, e i vescovi Vann, di Orange in California, e Murphy di Rockville Centre; monsignor James Francis Checchio, rettore del Pontificio collegio; i benefattori, i signori Mulva.