Buongiorno, e vi ringrazio tanto di questa presenza. Ringrazio il Cardinale Stella per le parole, e mi scuso del ritardo. Sì, perché ci sono i Vescovi messicani in visita ad Limina … e quando uno sta con i messicani, sta tanto bene, tanto bene, che il tempo passa e uno non se ne accorge!
Ai 146 di voi che siete dei Paesi del Medio Oriente, anche alcuni di voi dell’Ucraina, voglio dire che vi sono molto vicino in questo momento di sofferenza: davvero, molto vicino, e nella preghiera. Si soffre tanto, nella Chiesa; soffre tanto, la Chiesa, e la Chiesa sofferente è anche la Chiesa perseguitata in alcune parti, e vi sono vicino. Grazie. E adesso vorrei che… C’erano delle domande, io le ho viste, ma se voi volete cambiarle o farle un po’ più spontanee, non c’è problema, con tutta libertà!
D. – (seminarista)
Buongiorno, Santo Padre. Mi chiamo Daniel, vengo dagli Stati Uniti, sono diacono e sono del Collegio Nordamericano. Noi siamo venuti a Roma soprattutto per una formazione accademica e per mantenere fede a questo impegno. Come non trascurare una formazione sacerdotale integrale, sia a livello personale che comunitario? Grazie.
R. – (Papa Francesco)
Grazie per la domanda. E’ vero: lo scopo principale di voi, qui, è la formazione accademica: fare la laurea in questo, in quello… Ma c’è il pericolo dell’accademicismo. Sì, i Vescovi vi inviano qui perché abbiate una laurea, ma anche per tornare in diocesi. Ma in diocesi dovete lavorare nel presbiterio, come presbiteri, laureati presbiteri. E se uno cade in questo pericolo dell’accademicismo, torna non il padre, ma il ‘dottore’. E questo è pericoloso. Ci sono quattro pilastri nella formazione sacerdotale: questo l’ho detto tante volte, forse voi lo avete sentito. Quattro pilastri: la formazione spirituale, la formazione accademica, la formazione comunitaria e la formazione apostolica. E’ vero che qui, a Roma, si sottolinea – perché per questo siete stati inviati – la formazione intellettuale; ma gli altri tre pilastri si devono coltivare, e tutti e quattro interagiscono tra di loro, e io non capirei un prete che venga a fare una laurea qui, a Roma, e che non abbia una vita comunitaria, questo non va. O non cura la vita spirituale – la Messa quotidiana, la preghiera quotidiana, la lectio divina, la preghiera personale con il Signore –; o la vita apostolica: nel fine settimana fare qualcosa, cambiare un po’ d’aria, ma anche aria apostolica, fare qualcosa lì…