Leggiamo sempre con molta emozione la storia della chiamata dei due discepoli, di cui ci parla proprio il Vangelo di oggi, sabato 4 Gennaio. Un Vangelo emblematico, con dei particolari per nulla insignificanti e secondari nella dinamica delle chiamate da parte del Maestro, Gesù di Nazareth.
Il brano del Vangelo ci mostra “il metodo” di Gesù, che è quello dell’incontro personale con coloro che in seguito diventeranno suoi discepoli. In maniera assai diretta, Gesù non invita a ricevere spiegazioni astratte, ma propone un rapporto; non vuole convincere per forza, ma attrae con l’amore che diffonde intorno a sé.
È toccante pensare a quella nota umanissima, “erano circa le quattro del pomeriggio”; solo chi ama e si sente amato ricorda simili dettagli; ricorda il momento in cui la sua vita ha conosciuto una svolta, storica e definitiva. Pensiamo a tutti i momenti in cui Gesù ha “attraversato” la nostra vita e ci ha fatto sentire la sua vicinanza, guidandoci alla comprensione e all’accoglienza della nostra vocazione. Chi si sente cercato ed amato può rispondere “sì” con entusiasmo, per sé e davanti alla comunità cristiana.
La vocazione, quindi, resta sempre un incontro personale con Gesù, che si svela a chi lo ascolta, a chi si ferma con lui – “quel giorno rimasero con lui” – e gli va plasmando nel cuore la verità profonda del proprio essere prescelti da uno speciale gesto di amore del Maestro. Gesù è la “verità che ci fa liberi”. Con la sua persona e la sua vita ha dato testimonianza alla verità più cara e più bella del nostro essere chiamati a diventare figli del Padre e, pertanto, discepoli e fratelli del Signore.