Sull’ultimo numero della Rivista Settimana, ampio spazio è dedicato ad un’intervista sulla figura e l’identità del prete oggi. A rispondere sula questione, è il Cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. La domanda sull’identità del presbitero oggi, a partire dal Concilio Vaticano II, trova una risposta profonda e al tempo stesso semplice e sintetica: il “presbitero come uomo di comunione e come pastore, fratello in mezzo ai fratelli. Penso che questo aspetto debba necessariamente costituire sempre più una caratteristica del sacerdote di oggi, per tutto ciò che significa partecipazione umana alla vita delle comunità, soprattutto in situazioni di precarietà, di carenza, di povertà, che non sono solamente quelle materiali”. Sua Eminenza distingue in modo molto lucido, il sano rispetto della tradizione della Chiesa con il tradizionalismo che, invece, nasce piuttosto da forme nostalgiche che prediligono paramenti e apparati esteriori e rappresentano un malinteso senso della tradizione. Facilmente – è il monito del Cardinal Prefetto – si può scadere in quello “stile da padroni” tipico del clericalismo “è clericale il prete che si atteggia a dirigente, tutto preso dalla burocrazia”. L’intervista procede con interrogativi delicati e importanti, dalla stanchezza del prete a causa dell’attivismo alla vita preghiera, dal celibato alla dimensione dell’annuncio e della missione; tutte domande a cui Sua Eminenza risponde senza retorica, sottolineando il valore della sana umanità del presbitero come della sua vita spirituale, l’importanza dello slancio missionario e quello della fraternità, fino a introdurre il lavoro che la Congregazione per il Clero svolge ogni giorno e, in questo tempo, soprattutto investendo sulla formazione dei futuri presbiteri.
''Il presbitero, pastore e fratello''. Intervista al Cardinale Stella, Prefetto della Congregazione

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