Dagli scritti di San Giovanni d'Ávila, maestro di evangelizzatori - Scritti scelti
Ed. San Paolo
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[Fondamento della nostra speranza]
12. Con questo cammino potrai capire quindi da dove vengono tanti benefici e promesse, come quelli che Dio ha fatto all’uomo, perché da qui si confermi la tua speranza, vedendo su quali basi solide è poggiata.
Devi sapere, quindi, che come la causa per la quale Cristo ha amato l’uomo non è l’uomo, ma Dio, così anche il mezzo attraverso il quale Dio ha promesso tanti benefici all’uomo non è l’uomo, ma Cristo. La causa per la quale il Figlio ci ama è perché glielo ha comandato il Padre, e la causa per la quale il Padre ci soccorre è perché glielo chiede, e lo merita, suo Figlio (cfr. Gv 17,20).
Questi sono i pianeti ultracelestiali mediante il cui aspetto meraviglioso è governata la Chiesa e vengono inviati tutti gli influssi di grazia al mondo. Quanto sono solidi i contrafforti del nostro amore!; né sono da meno quelli della nostra speranza. Tu ci ami, o buon Gesù, perché tuo Padre te lo ha comandato, e tuo Padre ci perdona perché tu lo supplichi. Rivolgendoti al suo cuore e alla sua volontà, alla fine sono io che ami, perché così te lo chiede la tua obbedienza; ed Egli, guardando le tue passioni e le tue ferite, fa scaturire il mio bene e la mia salvezza, perché così lo chiedono i tuoi meriti. Volgetevi sempre l’uno all’altro, Padre e Figlio; siate sempre l’uno per l’altro, senza sosta, perché così si operi per la mia salvezza!
Oh, vista di sovrana virtù! Oh, aspetto di pianeti ultracelestiali, da cui provengono i raggi della grazia divina con tanta sicurezza! Quando disobbedirà un Figlio simile? Quando non si rivolgerà a siffatto Padre? Perché se il Figlio obbedisce, chi non sarà amato? E se il Padre è attento, chi non sarà perdonato? Per un sospiro di quella fanciulla chiamata Acsa davanti a suo padre Caleb, quel padre le diede benignamente tutto quanto lei gli aveva chiesto (cfr. Gs 15,18-19); ai sospiri e alle lacrime di un Figlio siffatto, cosa si potrà negare? In questo modo, quando mai verrà a mancare la mia salvezza, se io la cercherò? Quando vedranno la fine i suoi meriti per il mio bene? Quando l’odore della melma delle mie malefatte sarà così insopportabile, che non sarà migliore l’odore del sacrificio della tua passione, essendo così grande la tua bellezza, che tutti i peccati del mondo non sono che una piccola parte che la possono imbruttire, come un piccolo neo in un bellissimo viso?
13. Allora, o anima afflitta e sfiduciata, che in tanta angoscia non sai confidare in Dio!, perché le tue colpe e la tua mancanza di meriti ti fanno vacillare? Bada bene che questo affare non è solo nelle tue mani, ma anche in quelle di Cristo. Non sono solo i tuoi meriti che ti devono salvare, ma anche quelli del Salvatore. Se il demerito di quel primo uomo dopo tanti anni è stato sufficiente a condannarti (cfr. Rm 5,18), ancor di più varranno i meriti di Cristo per darti la salvezza. Su questo si fonda la tua speranza, e non su te stesso. Il primo uomo terreno fu l’inizio della tua caduta; il secondo, celeste, è stato inizio e fine della tua salvezza (cfr. 1Cor 15,47). Sforzati di restare unito al secondo attraverso la fede e l’amore (cfr. Gv 15,9), così come lo sei al primo per vincolo di parentela; perché, se fossi unito a lui come ad un parente naturale, allora saresti partecipe della colpa del trasgressore; in questo modo, invece, attraverso la parentela spirituale, godrai delle grazie del Giusto. Se sei unito a Lui in questo modo, sii certo che ciò che sarà di Lui lo sarà anche di te, ciò che sarà del Padre sarà anche dei figli, ciò che sarà del Capo sarà delle membra e dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi (Mt 24,28).
Ecco quanto, prefigurando questo mistero, disse il re Davide a un uomo timoroso e turbato: Rimani con me e non temere: chiunque vorrà la tua vita vorrà la mia, perché tu starai presso di me come un deposito da custodire (1Sam 22,23). Non contare solo sulle tue forze, che ti faranno cadere, ma volgiti a questa fonte di bene, e prenderai forza. Se, attraversando il fiume, ti gira la testa mentre guardi l’acqua, alza gli occhi verso l’alto e volgiti ai meriti del Crocifisso, che ti daranno la forza per passare senza indugio. Se ti tormenta lo spinto cattivo della sfiducia, suona l’arpa di Davide, che è Cristo con la croce (cfr. 1Sam 16,23). Getta sul Signore il tuo affanno (Sal 54,23) e affidati alla sua provvidenza in mezzo alle tribolazioni; e, se credi veramente che il Padre ti ha dato il Figlio suo, abbi fiducia che ti darà anche tutto il resto, giacché il resto sarà il meno.