Dagli scritti di San Giovanni d'Ávila, maestro di evangelizzatori - Scritti scelti
Ed. San Paolo
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[Grandezza dell’amore di Cristo]
7. Nessuna comprensione angelica arriva a comprendere quanto brucia questo fuoco, né dove arriva la sua virtù. La morte e la croce non sono l’unico punto a cui può arrivare; perché sarebbe come se, comandatogli che soffrisse una morte, gli avessero poi comandato di patire mille morti, dal momento che ogni cosa abbracciava il suo amore (cfr. Gv 3,17). E (come se) ciò che gli fu comandato di fare per la salvezza di tutti gli uomini glielo ordinassero per ciascuno di essi, e così lo facesse per ciascuno come per tutti. E (come se), non bastando che egli avesse sofferto per tre ore sulla croce, fosse ancora necessario che vi rimanesse fino al giorno del giudizio: egli aveva comunque abbastanza amore per farlo, se ne avessimo avuto ancora bisogno. E fu così, quindi, che amò molto di più di quanto soffrì; molto più amore gli restava nelle viscere, di quello che mostrò nelle sue piaghe.
Non è un grande mistero che lo Spirito Santo avesse voluto che si scrivesse, fra le altre caratteristiche del tempio di Salomone (cfr. 1Re 6,4), questa: si deve sapere che le finestre del tempio erano piccole fessure, che sembravano da fuori più piccole di quanto lo fossero da dentro. Oh amore divino, quanto più grande sei in realtà, di quanto appari da qui, da fuori! Perché tante piaghe, e tante frustate e ferite, senza dubbio ci indicano l’esistenza di un grande amore; eppure non dicono tutta la sua grandezza, perché è più grande da dentro, di quanto appare fuori. Scintilla di fuoco è questa, che scaturisce, come un ramo che viene da quell’albero, un fiume che nasce da quel pelago di amore immenso. Questo è il segno più grande che ci può essere di amore, dare la vita per i propri amici (cfr. Gv 15,13); ma si tratta di un segno, che non eguaglia tutto l’amore.
Giacché, se tanto ti devo per ciò che hai fatto per me, quanto ti dovrò per ciò che hai desiderato fare? Se è tanta la dimensione esteriore che vedono gli occhi degli uomini, quanto di più sarà ciò che vedono solo gli occhi di Dio? Oh, pelago d’amore! Oh abisso senza fondo, tutto pieno d’amore! Chi metterà in dubbio ormai l’amore di Cristo? Chi non si riterrà il più ricco del mondo per essere amato da un Signore di questa grandezza? Ti supplico, Signore e salvatore mio!, per le viscere di misericordia (Col 3,12) che ti spinsero a darmi cotanto dono, che tu mi dia gli occhi e il cuore perché io riesca a sentirlo e riconoscerlo, perché sempre possa io gloriarmi della tua misericordia e possa cantare tutti i giorni la tua lode.