Lettura del Giorno

San Giovanni d'Ávila

san giovanni di Avila
San Giovanni d'Ávila

Dagli scritti di San Giovanni d'Ávila, maestro di evangelizzatori - Scritti scelti

Ed. San Paolo



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[Fondamento dell’amore di Cristo; generosità di Dio con Cristo]

4.  Ma vediamo ora quanto grande è l’amore che ha provato per noi questo Figlio che ci hai dato. Non vi è lingua che possa dirlo; perché, come dice san Paolo, l’amore di Cristo sorpassa ogni conoscenza (Ef 3,19), per­fino quella degli angeli, giacché essi, tutti insieme, non raggiungono la sua grandezza. Dunque, quali uomini potranno spiegarlo, se gli angeli non riescono ad averne conoscenza?

Alcuni, ignoranti e zotici, non si rendono ancora con­to di questo amore. Visto che l’amore per loro nascerà dalla perfezione della cosa amata (perché l’oggetto dell’amore è la perfezione e la bontà della cosa), visto che l’uomo è una creatura così bassa e imperfetta nel suo corpo, e, secondo l’anima, un vaso di cattiveria, quale amore potrà rivolgersi a una creatura così miserabile? Ancor più se si considera che quel divino Amatore non è cieco, né appassionato, né lunatico. Perché se non c’è passione, né cecità in colui che ama, e la cosa che si deve amare è così miserabile e così brutta, quale amore si po­trà nutrire per lei? 

Ma non è così che si deve misurare questo amore, per­ché l’amore di Cristo non nasce dalla perfezione che è in noi, ma da ciò che Egli ha, che è lo sguardo sempre rivol­to all’Eterno Padre.

E per questo (proprio partendo da questi principi fondamentali) occorre considerare la grandezza inesti­mabile delle grazie che attraverso la Santissima Trinità fu concessa alla santissima umanità di Cristo nell’istante del suo concepimento (cfr. Col 2,3.9). Perché fu allora che furono concesse tre grazie così grandi, ciascuna delle quali, a suo modo, era infinita. Esse erano: la grazia del­l’unione divina, la grazia universale che gli venne confe­rita come al Capo di tutta la Chiesa, e la grazia essenzia­le della sua anima.

a)   In primo luogo fu concesso alla santissima umani­tà l’essere divino, unendola e mettendola insieme con la persona divina, in modo tale che all’umanità fu dato l’es­sere di Dio in tale forma, che possiamo dire in verità che quell’uomo è Dio, Figlio di Dio, e deve essere adorato nei cieli e sulla terra come Figlio di Dio. E, dal momen­to che lo stesso Dio è così grande, questa grazia poiché è infinita, sia per il dono che essa contiene, che è il più grande che ci possa essere, visto che in essa è Dio; e per il modo in cui viene concessa, che è il più diretto, ossia attraverso l’unione personale.

b)  Fu concesso anche a quell’uomo, così nuovo, di es­sere Padre universale e Capo di tutti gli uomini, perché su tutti loro, come capo spirituale, infondesse la sua virtù (cfr. Col 1,18; 2,9). Di modo che Egli, essendo Dio, è pari al Padre Eterno e, in quanto uomo, è Capo di tutti gli uomini; secondo questo primato, gli è stata concessa grazia infinita, perché da Lui, come da una fonte di grazia e da un mare di santità, la ricevano tutti gli uomini (cfr. Gv 1,16); Egli si chiama anche Santo di tutti i santi, non solo perché è il più grande di tutti i santi, ma anche per­ché è colui che tutti santifica ed è come una coloritura, un’aura di santità, da cui ricevono questo colore e que­sto splendore tutti coloro che desiderano essere santi. Anche questa grazia è infinita, perché è per tutta la gene­razione umana, che non ha un numero determinato di persone ma, di per sé, può moltiplicarsi all’infinito. Per tutti quanti in essa si moltiplicano vi sono meriti e gra­zie nell’anima benedetta di Cristo.

c)   Infine gli venne concessa un’altra grazia particola­re per la santificazione e perfezione della sua vita; anch’essa si può chiamare infinita, perché ha tutto ciò che le serve per l’essere e per la condizione della grazia, sen­za che le manchi nulla e senza che nulla vi si possa ag­giungere.

d)   Oltre a ciò, in questo punto gli furono date tutte le grazie gratis datas, di fare miracoli e meraviglie in nume­ro desiderato; e gli furono date tutte in sommo grado e con somma perfezione. Perché questo è quel bel fiore di bellezza sul quale la colomba bianca dello Spirito Santo si è posata e, tese le sue ali, lo prese sotto la sua protezione, e su di esso poggiò tutta la sua virtù e le sue grazie com­pletamente. Questo è il vaso di elezione (il contenitore che accoglie la scelta - l’otre che si riempie di Spirito Santo), (cfr. Is 11,1-2; At 9,15) dove venne riversato il fiume di tutte le grazie con tutte le sue piene, senza che nemmeno una goccia rimanesse fuori, non entrasse in Lui (cfr. Gv 1,14). Qui Dio fece tutto quanto poté fare, e diede tutto quanto poté dare, perché qui realizzò il massimo della potenza e della grazia, dando tutto quanto poté a quell’anima beatissima nel momento in cui fu creata.

e)   E, soprattutto, le fu concesso in quello stesso mo­mento di poter vedere poi l’essenza divina e conoscere chiaramente la maestà e la gloria del Verbo a cui è stata unita; e poter quindi vedere così quanto fosse beata e piena di ogni gloria essenziale per essere ora innalzata alla destra di Dio Padre (cfr. At  5,31).