Lettura del Giorno

San Giovanni d'Ávila - Sermoni

San Giovanni Avila
San Giovanni d'Ávila

Dagli scritti di San Giovanni d'Ávila, maestro di evangelizzatori - Scritti scelti

Ed. San Paolo

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La deposizione. Cristo crocifisso, nelle braccia della Madre

 

25.    Rimasero tutti così angosciati, che non sapevano cosa fare. Dice la Vergine: «Oh, Signore, Padre degli orfani, consolazione dei tristi, riparatore e rimedio dei bisognosi! Ti basti, Signore, aver castigato il tuo Figlio unigenito così severamente e aver rattristato me così pro­fondamente. Ora basta, Signore; dacci, per quanto sei tu, una sepoltura, dove possiamo seppellirlo. Poiché in vita gli mancò dove riposare, e non ebbe dove appoggiare la sua testa, non manchi ora il riposo a questo corpo così tormentato e afflitto». Ecco venire Giuseppe, che era di­scepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù, perché non potevano toglierlo dalla croce senza il suo permesso. Fe­ce i suoi conti: «Che cosa mi possono fare? Uccidermi? Togliermi la vita e le finanze? Tutto è poco; non è il momento di fingere ancora; ora nelle avversità è neces­sario che gli uomini dimostrino di stare dalla parte di coloro che amano».

26.    Va da Pilato e chiede il corpo di Gesù Cristo. Ri­spose Pilato: «E già morto?», meravigliandosi che fosse morto così presto. «E morto, chiedi? Sembra proprio che tu non sappia quanto era delicato; bastava il minimo dolore fra tutti quelli che ha sofferto, per togliergli la vita, se la Divinità non lo avesse sostenuto. Non sai quel­lo che ha sopportato la sua schiena quando, a forza di frustate, gli slogarono quel corpo così delicato e bene­detto? Non sai proprio quello che ha sofferto portando la croce sulle sue spalle delicate e poi, quando lo croci­fissero; altrimenti non ti meraviglieresti del poco tempo trascorso prima di morire». Alla fine, Pilato gli conces­se ciò che aveva chiesto e diede il permesso di toglierlo dalla croce per seppellirlo.

Quel buon uomo allora andò a comprare un lenzuo­lo di tela pregiata. Comprò mirra, comprò aloe, per ungerne il corpo, come allora era abitudine; portò un pa­io di scale, insomma, tutto ciò che era necessario per sep­pellire il Signore. Con lui arrivò un buon uomo, un fari­seo, amico di Gesù Cristo, che chiamavano Nicodemo. Presero alcuni altri uomini buoni perché li aiutassero e andarono nel luogo dove si trovava la Vergine che veglia­va il suo Figlio benedetto. Questo accadde venerdì sera, poco più tardi dell’ora nona, perché Gesù Cristo rimase tre ore vivo sulla croce.

27.    Allora, quando videro arrivare tutte quelle perso­ne, la Vergine ebbe paura, temendo che non fossero ami­ci. San Giovanni le disse: «Non abbiate timore, Signora; io conosco queste persone, non vengono a far male, anzi, sono amici di Gesù Cristo, vostro Figlio, e sicuramente vengono a consolarvi e a vedere se avete bisogno di qual­cosa». Arrivarono quei bravi uomini, con buone manie­re e con molta vergogna, e dissero: «Se finora, Signora, non vi abbiamo servito e accompagnato in questo vostro travaglio così grande, perdonateci; ci siamo comportati da veri pusillanimi, non avendo rischiato la vita e le finanze per dichiararci a fianco di vostro Figlio; ne siamo molto pentiti; d’ora in avanti faremo meglio. Vedete, Si­gnora, subito faremo ciò che ci ordinerete; noi veniamo a dare sepoltura a vostro Figlio e nostro Maestro, e per questo porteremo qui tutte le cose necessarie; per que­sto dateci, Signora, il permesso».

28.   La Vergine li ringraziò per la loro cortesia, e rin­graziò Dio, perché aveva così provveduto che qualcuno la aiutasse a seppellire il suo Figlio unigenito. Andiamo tutti ora a vedere come successe tutto questo. Non è ra­gionevole che il cristiano si trovi assente nel momento della sepoltura di Gesù Cristo. Tutti si avvicinano al letto di chi sta per morire; e ancor più, giacché noi siamo colo­ro che ne guadagnano, ricaveremo grande beneficio se osserveremo con devozione e attenzione ciò che accad­de. Ora osservate cosa successe.

29.   La croce era molto grande, lunga circa quindici piedi; avete visto bene quanto misura nella vostra stan­za? Sia tu benedetto, Signore, ché le tue spalle così deli­cate hanno portato un peso siffatto ! La croce si trovava su una roccia, dove c’era un buco profondo due o tre palmi. Mettono una scala davanti e l’altra dall’altra parte; salgono alcuni a schiodare le braccia, altri a sostenere il corpo. I chiodi erano molto spessi, e li toglievano a fati­ca, per non lacerare ancora di più le mani. Ho letto in un libro che quando l’avevano crocifisso, per sostenere il corpo gli avevano circondato il torace con una corda che passava sotto le braccia, perché si sarebbero strap­pate le mani se il corpo si fosse dovuto sostenere solo per mezzo di esse. I colpi che risuonavano erano come colpi al cuore della Vergine, e le facevano ricordare quelli che lui subiva sulla croce. Alla fine, schiodate le braccia, Nicodemo abbracciò il corpo insanguinato. A poco a poco tolsero il chiodo dai piedi, che era più grande degli altri ed era molto stretto.

30.   La Vergine si alzò per prendere Gesù Cristo sulle sue braccia. Non poteva stare seduta, tanto era il dolo­re. Non riusciva a riposarsi né in piedi, né seduta: «Da­temelo qui!» - «Oh, Signora, non sapete quello che chie­dete! Badate, non riuscirete a riposare con questo dolore, che si raddoppierà». Prendono il corpo e lo met­tono sulle sue ginocchia. San Giovanni prende la testa e la Maddalena i piedi. Tutti iniziano a piangere così inten­samente, da una parte vedendo quel corpo benedetto così tormentato, dall’altra udendo i lamenti della santis­sima Vergine: Oh, grande dolore! Con che cosa ti mette­rò a confronto?

31.   La Vergine inizia ad accarezzargli la testa, e le spi­ne rimaste incagliate, mentre toglie la corona, incontra­no le sue mani; i capelli erano tutti pieni di sangue. Non faceva che abbracciare il corpo; non si stancava di osser­varlo; d’altra parte si sentiva morire dal grande dolore. Prende le sue mani, come candele fatte a pezzi; mette gli occhi sul viso del suo Figlio, apre la bocca e inizia a par­lare; il cuore di chi la ascoltava si spezzava: «Cosa è tutto ciò, Signore? Figlio mio, Dio mio e consolazione mia! Come hai potuto lasciarmi, sapendo che ti amavo tanto? Perché mi hai riservato tanto dolore? Questo è il corpo che io con tanta tenerezza tenevo nelle mie mani e copri­vo? Chi, Signore, ti ha trattato in questo modo? Quale cuore è stato capace di farti tanto male? Oh, verità di Dio insultata! Oh, bellezza deturpata! Oh, luce del cielo oscurata! Oh, viso che rallegri in cielo i beati!, e chi ti ha sfigurato in questo modo? Oh, lingua che tanti hai con­solato, che a nessuno potesti dire una cattiva parola! Dove sei, che non mi rispondi? Come la mia arpa si è tra­sformata in pianto e la mia musica in lacrime?».

32.    Inizia san Giovanni: «Oh, Maestro mio! Da chi andrò da oggi in poi con i miei dubbi? Chi, Signore, mi consigliera? Chi mi consolerà? Ieri ho avuto la mia testa appoggiata sul tuo petto; ora, Signore, è la tua che ripo­sa sopra il mio». Anche la Maddalena diceva: «Signore misericordioso, chi mi aiuterà? Chi mi difenderà quan­do il fariseo mormorerà di me? Tu hai preso le mie dife­se quando mia sorella mi rimproverava di non aiutarla; tu hai risposto per me. Come puoi dire che ti amo, se sono viva vedendo la fonte della mia gioia morta?». Era un vero strazio ascoltare quella buona donna, che nel frattempo bagnava i piedi di Gesù Cristo con le lacrime dei suoi occhi. Piange la Madre, e piangono tutti i pre­senti. Era il più grande dolore che si potesse immagina­re, e che si potesse vedere, quello che lì si manifestava. Gli angeli piangevano: secondo me presero sembianze fisiche per assistere alla sepoltura di Gesù Cristo. E non è del tutto irragionevole credere che sia stato così, giac­ché presero sembianze umane per altre cose anche mino­ri. Sì, certamente è da credere che lo abbiano fatto per venire a piangere insieme alla Madre la morte del figlio erede di Dio, e per essere presenti alla sua sepoltura. Che pianto! Oh, benedetta la tua misericordia, Signore, che non vi è cuore che possa immaginarla, senza che esso si sciolga e si faccia a pezzi dal dolore! Che cosa farebbe, se vedessimo con questi stessi occhi quello che là suc­cedeva?

33.   Nec fortitudo lapidum fortitudo mea, nec caro mea aenea est. Così diceva la Madre: ha mia forza è forza di macigni? La mia carne è forse di bronzo? Pensa, il suo fu il cuore più tenero al mondo, e di lei si dice: Ab initio crevit mecum miseratio, et ab utero matris meae egressa est mecum, se vedeva un povero piangeva. Dice Giobbe: Dall’inizio Dio creò con me l’essere compassionevole, l’es­sere caritatevole; la tenerezza del mio cuore dal ventre di mia madre è venuta fuori con me. Lo stesso si dice della Vergine. Il cuore più tenero del mondo è stato il suo; e, se vedendo un povero, piange, che cosa farebbe veden­do soffrire il Figlio, vedendolo morto sulle sue ginocchia e così tormentato come l’avevano lasciato? E così tene­ra, che, se vedesse soffrire quegli stessi che crocifissero suo Figlio e lo trattarono così crudelmente, di qualche male, di qualche dolore, se ne dispiacerebbe. Allora dite­mi: cosa pensate che sentirebbe, vedendo soffrire tanto il suo unico Figlio, e che Figlio? Consolati, piccola cri­stiana, piccolo cristiano, che tribolate; sappiate che avete una Madre nei cieli, che è addolorata per le vostre fati­che più di voi stessi, e così cerca di porvi rimedio. Il do­lore più grande di tutti quelli che si possono pensare nel mondo, nel cuore più tenero: che cosa pensate che potrà sentire?

34.   Signora, qui si realizza L’Ecce ancilla del giorno dell’annunciazione; sant’Agostino dice che lo stesso gior­no in cui si incarnò, quel giorno morì. Fate il paragone, Signora, di un giorno con l’altro, e temperate la gioia del primo con la tristezza del secondo. Ricordatevi, Signora, della gioia che sentì la vostra anima quando l’angelo vi disse che dovevate partorire il Figlio di Dio, che veniva a salvare il mondo perduto, che dovevate essere Madre di Dio, rimanendo vergine, perché il vostro cuore non venga a mancare a causa di ciò che ora avete davanti ai vostri occhi benedetti. Ricordatevi, Signora, della gioia di quel giorno, perché non periate di fronte ai dolori di questo. Eccola qui, Signora, Ecce ancilla, ecco l’adeguar­si alla volontà di Dio. Alzate, Signora, gli occhi all’Eterno Padre e rendeteli conformi alla sua volontà, per soppor­tare questa angoscia con pazienza. Come là vi siete adat­tata alla stessa volontà per accettare ciò che vi diceva da parte sua l’angelo.

35.   «Padre di misericordia - diceva la Vergine - ecco qui la tua schiava, si compia in me la tua volontà. Questo Figlio mi avete dato; con grande gioia l’ho ricevuto. Eccolo, ve lo restituisco; voi me lo avete dato, voi me lo avete tolto, si compia la vostra santissima volontà; sono serva per tutto ciò che vostra maestà voglia fare di me. Il giorno della mia gioia ho cantato:  L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore-, il giorno della mia tri­stezza e dei miei dolori vi supplico che lo accogliate in sacrificio gradito per i peccati degli uomini».

36.   «Oh, peccatori, quanto mi costate caro! Come per amore vostro il mio cuore ha affrontato un momento di tanta amarezza qual è questo, vedere mio Figlio Gesù Cristo soffrire per una morte e una passione così crude­li! Ciò che avete fatto voi, Egli lo ha pagato, e la mia ani­ma l’ha sofferto; che vada a buon fine, anche se ha sop­portato tanti dolori, perché voi ne riceveste il frutto e raggiungeste il perdono di Dio». - Oh, Signora! Siate benedetta, voi che avete ancora il suono delle parole di vostro Figlio: Perdonateli!

«Io li perdono, Signore; e per la parte che mi compe­te dei dolori che vi ho visto soffrire per amore loro, per­donateli, Signore; fate loro del bene; consolateli nelle loro tribolazioni; soccorreteli nelle loro necessità; aiuta­teli nelle loro fatiche; ascoltateli, Signore, quando vi chiameranno; rallegrateli; fate loro del bene per me, Si­gnore».

Ecce ancilla. Qui si è compiuta e realizzata la volontà di Dio. Oh, modello di Madre! Perdonate; non aspetta­te che vi vengano a pregare: Non vedete Maria, Madre benedetta, che volentieri perdonò la morte del suo Figlio benedetto, e mentre ancora scorreva il sangue ed era morto da poco; non aspetta che la vengano a pregare, anzi, è lei che prega per coloro che le avevano dato la morte, e per coloro che ne erano stati la causa?

La santa sepoltura

37.   Era già tardi; arriva san Giovanni: «Signora, per­metteteci di seppellire vostro Figlio, giacché si avvicina la Pasqua. Abbiano fine i vostri lamenti; mettete fine or­mai, Signora, alle vostre lacrime; mettete fine, Signora mia, a tanto dolore; non v’è cuore che sopporti potervi ascoltare, che non sia rotto dal dolore». Tirano fuori il lenzuolo, iniziano a coprire il corpo, dopo averlo unto con gli oli aromatici. Oh, cosa avrebbe fatto dopo aver­lo visto coprire! «Oh Pontefice sommo, vero, che siete già entrato nel Sancta sanctorum, per l’eterna redenzio­ne degli uomini, guadagnata non attraverso il sangue de­gli animali, ma attraverso il vostro stesso sangue! Oh, vita morta, chiarezza oscurata! Chi vi ha messo fine, fati­ca mia, voi che eravate colui nel quale trovavo ogni ripo­so? Voi eravate colui che mi rallegrava, chi vi ha fatto di­ventare la mia tristezza? Solo guardando il vostro viso benedetto e risplendente, ero pronta a far scomparire tutte le mie fatiche; ma ora, guardandovi, tutti i miei dolori raddoppiano. Che tipo di scambio è mai questo? Voi siete coperto da un sudario, e il mio cuore è coper­to di dolore».

38.   Prese il sudario con le sue stesse mani e lo mise sul volto di Gesù, e avvolse in esso la sua testa, e le diede baci di pace. Aveva quel viso beato tutto pieno di san­gue del suo Figlio benedetto; come gliel’ aveva ben rimboccato, e come gli somigliava!

Vedo qui come portarono via Cristo: alcuni ne soste­nevano il corpo, altri le gambe, altri la testa. Senza pom­pa, senza particolari segni di lutto, senza tante fiaccole, né altra distinzione. Come va il Signore dei cieli e della terra! Oh, cuori non di carne, ma di marmo, giacché sie­te ancora intatti, non vi spezzate ascoltando o conside­rando siffatte cose! Arrivano al sepolcro. Cosa direbbe la Vergine? «O sepolcro, a te danno ciò che io ho parto­rito! Portarlo via da me per darlo a te! Oh, magari io fossi te!». Mettono dentro il Signore, rotolano il masso su di lui alla porta del sepolcro; si copre il cuore della Madre. Oh, quale pianto nuovo inizierà qui! Che tor­mento nelle mani! Che viso smunto e pallido dal grande dolore e dall’angoscia! «Dove andrò - direbbe – dove possa trovare riposo? Che cosa posso desiderare di più se non stare così vicino al luogo dove si trova tutto il mio bene sepolto? Qui sarà la mia dimora tutti i giorni della mia vita: qui sarà la mia gioia, questa sarà la mia conso­lazione». Alla fine arriva san Giovanni e la supplica di venire via, giacché è tardi. Iniziano ad andare via a poco a poco. La Maddalena mandò a prendere il velo e l’abbi­gliamento da lutto per la vedova. Allora Nicodemo chie­se permesso alla Vergine di andare via per un’altra stra­da prima di essere visto, perché non ne avesse alcun male. Gli uomini buoni se ne andarono. La Vergine restò sola. Allora arriva il necessario per la vedova, le metto­no il mantello nero e il velo nero.