Dagli scritti di San Giovanni Crisostomo sul sacerdozio.
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Grande timore di Giovanni al pensiero di recare danno alla Chiesa
X. Ma non ti persuado ancora: è dunque tempo di rivelarti anche quello che unicamente tenevo celato e che forse sembrerà a molti incredibile; ma ciò non ostante io non arrossirò di metterlo in pubblico. Che se le cose dette da me saranno prova di coscienza contaminata e d’innumerevoli colpe, poi che Dio, il quale ha da giudicarmi, conosce esattamente tutto, che cosa potrà venirmene di più dalla ignoranza degli uomini? Or qual è dunque il secreto? Da quel giorno in cui facesti nascere in me questo sospetto [di essere mio malgrado consacrato], più volte il mio corpo corse pericolo d’essere totalmente paralizzato, tanto era il timore e l’abbattimento che s’era impadronito dell’anima mia. Considerando io l’eccellenza, la santità, la spirituale bellezza, l’ordine e il decoro della Sposa di Cristo, e d’altra parte pensando ai miei vizi, non cessavo di rimpiangere e quella e me stesso, e continuamente fra gemiti e sgomento andavo dicendo tra me: "Chi dunque poté dare un simile consiglio? o qual gran peccato ha commesso la Chiesa di Dio? come ha ella mosso siffattamente a sdegno il suo Signore, da essere data in balìa di me vilissimo fra tutti, e subire una tal confusione?". Tali cose rivolgendo fra me medesimo, né potendo sopportare pur il pensiero di un fatto così assurdo, io me ne stavo muto come gli epilettici, impotente a nulla vedere o ascoltare. Cessato poi quello sgomento, ché venne pur il tempo in cui cominciò a dileguarsi, vi succedevano le lacrime e lo scoramento; saziatomi di lacrime sottentrava di nuovo il timore conturbandomi, sconvolgendomi e sovvertendomi l’intelletto. In tal tempesta vissi tutto questo tempo, mentre tu ciò ignoravi e credevi che io godessi tranquillità; ma ora tenterò di scoprirti il turbine dell’anima mia, ché anche in vista di ciò ben presto mi darai venia, cessando di muovermi accuse. Or come farò io a svelarti me stesso? ché se tu volessi averne una chiara conoscenza, ciò non potrebbe altrimenti farsi che mettendo a nudo il mio stesso cuore; ma poiché ciò è impossibile, cercherò almeno, come mi sarà dato, di mostrarti con tenue sembianza la caligine del mio sbigottimento, di modo che tu possa averne anche solo un’idea.