Lettura del Giorno

San Giovanni Crisostomo
San Giovanni Crisostomo

Dagli scritti di San Giovanni Crisostomo sul sacerdozio.

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Bisogna far fruttare i talenti

VIII. Ma tu, disse Basilio, non devi sopportare fatiche e non hai forse affanni anche standotene solo?

"Ne ho per certo, risposi, anche così; come é possibile infatti, essendo uomo e vivendo questa tribolata vita, starsene affatto libero da pene e lotte? Ma come non é eguale cosa il cadere in un pelago sterminato e il traghettare un fiume, così pure differiscono le pene di questo stato e quelle dell’altro. Certamente anch’io desidererei, potendolo, essere di aiuto ad altri e ciò é per me oggetto di molto desiderio; ma se non è possibile recare giovamento ad altri, purché almeno mi riesca di porre in salvo me stesso e sottrarmi al naufragio, me ne starò contento anche solo di. Questo".

"E tu credi, disse, che ciò sia gran cosa? e pensi davvero di poterti salvare senza occuparti del vantaggio di altri?".

"Tu dici bene e giustamente, risposi; poiché neppure io posso credere che abbia a salvarsi chi non sopporta alcuna fatica per procurare la salute altrui; neppure quel miserabile infatti, guadagnò nulla col non sminuire il talento, ma appunto il non averlo aumentato ricavandone il doppio, fu la sua rovina. Tuttavia io stimo che all’accusa di non aver salvato altri, seguirà una punizione più mite che all’altra, d’aver io rovinato e me ed altri, essendomi fatto peggiore dopo conseguita sì gran dignità. Ora io reputo che tale sarà la pena quale richiede la grandezza delle colpe; ma assunta che avessi la carica, non solo doppia e tripla, ma d’assai volte maggiore, per averne scandalizzato un numero più grande, e per aver, dopo un maggior onore, offeso Dio che me l’aveva conferito".