Lettura del Giorno

San Giovanni Crisostomo - Scritti sul sacerdozio

San Giovanni Crisostomo
San Giovanni Crisostomo

Dagli scritti di San Giovanni Crisostomo sul sacerdozio.

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Il male che proviene alla Chiesa dalla abusiva intromissione delle persone estranee nella elezione o nella deposizione dei membri del sacerdozio

XIII. Io, più indietro, deridevo i magistrati civili perché eseguiscono le distribuzioni delle cariche non a norma della virtù che è nelle anime, ma a norma delle ricchezze o dell’età o della dignità umana; ma quando intesi che tale stoltezza aveva invaso anche le nostre istituzioni, non giudicai questo un male equivalente dell’altro. Qual meraviglia infatti, che uomini mondani e bramosi della gloria che deriva dal volgo, e che ogni cosa fanno per acquistare denaro, commettano simili errori, quando coloro che professano il distacco da tutte queste cose, non si comportano meglio di quelli, ma mentre hanno impegnata la lotta per i beni celesti, come se avessero a decidere di un pezzo di terra o d’altra cosa simile, prendono senz’alcun criterio uomini volgari e li pongono a capo di interessi tali per cui il Figlio unigenito di Dio non si peritò di deporre la sua gloria e farsi uomo, d’assumere la forma di schiavo, d’essere sputacchiato e flagellato, e di morire della morte più ignominiosa? Né si arrestano qui, ma aggiungono altre irregolarità più assurde; poiché non solo ammettono gl’indegni, ma ne discacciano gli idonei: come se fosse necessario che dall’una e dall’altra parte venga rovinata la sicurezza della Chiesa, o come se non bastasse il primo motivo per accendere lo sdegno di Dio, così ne aggiungono un secondo non meno tristo; ché mi parve cosa egualmente funesta tanto l’escludere gli idonei, quanto lo spingere dentro gli inetti: e ciò avviene affinché il gregge di Cristo non possa trovare sollievo da alcuna parte, né possa in alcun modo respirare. Tali cose non sono degne di mille fulmini? o non sono meritevoli d’una geenna più violenta, e non solo di quella a noi minacciata? Ma ciò non ostante si trattiene e sopporta tali iniquità "Colui che non vuole la morte del colpevole, bensì che si converta e viva" (Ez. 23,23). Chi può adeguatamente ammirare la di lui mitezza? come degnamente esaltarne la misericordia? I seguaci di Cristo corrompono le istituzioni di Cristo più dei nemici e degli avversari suoi, ed egli buono, si mostra ancora benigno e chiama i colpevoli a ravvedimento; gloria a te, o Signore, gloria a te quale abisso di benignità in te? quale copia di longanimità? quelli che per il tuo nome da volgari e ignobili sono divenuti nobili e cinti d’onore, usano dell’onore contro chi ne li ha rivestiti e osano audacie inaudite, e imperversano contro le cose sante, allontanando e scacciando i degni, affinché i malvagi possano con tutta calma e con piena impunità mettere sottosopra ogni cosa che loro aggrada. E se vuoi apprendere le cause di questo male, le troverai simili a quelle prima addotte, ché hanno tutte una sola radice, e come taluno direbbe, madre, la gelosia; esse poi non sono d’una stessa specie, ma differiscono fra loro. Questo, dice uno, sia scacciato perché è giovane; quest’altro perché non sa adulare; quell’altro perché cadde in disgrazia del tale; quell’altro, per non far dispiacere al tale, qualora vedesse rifiutato il suo protetto e approvato costui; quest’altro poi perché è affabile e moderato, quest’altro ancora perché è temuto dai colpevoli; quest’altro per altro motivo, ché non esitano a trovare pretesti quanti ne vogliano, e qualora non n’abbiano altro, adducono quello del gran numero dei sacerdoti, asserendo non doversi in massa elevare a questa dignità, ma con calma e a poco a poco; e possono trovare quante altre cagioni vogliono. Or mi piace chiederti a questo punto: Che deve fare il vescovo contrariato da tali venti opposti? come starà fermo fra tanto ondeggiare? come respingerà tutti questi assalti? Ché se disporrà la bisogna con retta riflessione, tutti si dichiarano nemici e avversari a lui ed agli eletti, e ogni cosa faranno per animosità contro di lui, suscitando rivolte ogni giorno e infliggendo mille insulti agli eletti, finché o gli abbiano deposti o abbiano fatto luogo ai loro raccomandati. Accade come quando un pilota avesse nella nave che varca Tacque, dei pirati insieme naviganti e insidianti senza posa e in ogni istante a lui, ai marinai e agli altri viaggiatori: e se anteporrà il riguardo verso di quelli alla sua propria salvezza, accogliendo chi non dovrebbe, avrà Dio nemico invece ch’essi, del che qual cosa v’è più tremenda? e d’altra parte i rapporti con loro gli si faranno più difficili di prima, prestandosi tutti reciprocamente soccorso e rendendosi per tal guisa più forti. E come quando, per venti impetuosi scatenatisi da parti opposte, il mare fin allora tranquillo, d’improvviso infuria, si solleva e travolge i naviganti; così la pace della Chiesa quando accolga nel suo seno uomini corruttori, si riempie di procella e di molti naufragi.