Lettura del Giorno

San Giovanni Crisostomo - Scritti sul sacerdozio

San Giovanni Crisostomo
San Giovanni Crisostomo

Dagli scritti di San Giovanni Crisostomo sul sacerdozio.

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Giovanni fa l’elogio della virtù di Basilio

VI. "Ma appunto per questo, disse, non puoi difenderti, se alcuno voglia accusarti; o non ricordi la pochezza della mia anima, della quale io tante volte ebbi a parlarti e che potesti apprendere dalle mie opere? e non mi schernivi tu sempre, tacciandomi di pusillanimità, perché io mi smarrisco anche nelle incombenze comuni?".

"Ricordo, risposi, d’aver ciò udito sovente volte da te, né potrei negarlo; ma se io ti schernivo, lo facevo per gioco, non sul serio".

Ma tuttavia non starò ora a discutere di questo; ti prego invece di accordarmi eguale benevolenza quando io venga rammentando alcuna delle doti che tu possiedi. Ché se anche tenterai d’accusarmi di menzogna, non cederò, ma dimostrerò che tu lo dici per modestia e non per la verità; né mi varrò d’altro testimonio, se non delle tue stesse parole e delle opere tue per confermare la verità delle mie asserzioni. E anzitutto questo ti voglio dire: Sai tu qual sia la potenza dell’amore? Cristo, lasciando da parte tutti gli altri portenti che dovevano esser compiuti dagli Apostoli: "Da questo, dice, conosceranno gli uomini che siete miei discepoli, se vi amerete reciprocamente" (Gv. 23,35). Paolo poi dice che esso è la pienezza della legge e che a nulla giovano i carismi dov’esso faccia difetto. Or questo bene ch’è il più eccellente, la tessera dei discepoli di Cristo, quello che sta sopra i carismi, io scorsi profondamente radicato nell’anima tua e fecondo di molti frutti.

"Che io ponga in ciò molto studio, disse, e molta sollecitudine dedichi a questo precetto, lo confesso io pure; che poi non lo abbia soddisfatto neppure per metà, potrai tu stesso farmene fede, qualora lasciando da parte le parole cortesi, voglia tenere conto solo della verità".

"Orbene, risposi, verrò alle prove; e come minacciai ora farò, dimostrando che tu parli per modestia anziché per dire il vero. Narrerò un fatto testé accaduto, onde non nasca sospetto che, narrando cose vecchie, cerchi di adombrare la verità, facendo si che l’oblio non permetta di protestare contro le cose da me narrate per cortesia. Dunque, quando uno dei nostri amici, calunniato con accusa di oltraggio e insubordinazione, stava per incorrere nelle pene estreme, allora tu senza che alcuno ti chiamasse, neanche quegli a cui la condanna soprastava, ti gettasti da te nel mezzo del pericolo. Questo sarebbe il fatto. Per convincerti poi anche dalle tue parole, quando gli uni non approvavano questo tuo zelo, gli altri invece assai lo lodavano e ammiravano: "E che? (dicesti ai tuoi biasimatori) io non mi so altro modo d’amare, se non col dare anche la mia vita, quando si tratti di salvare un amico che versa in pericolo"; dicendo in altri termini, ma con eguale sentimento, le parole che Cristo rivolse ai discepoli quando determinò la misura del perfetto amore: "Non si può dare, dice, amore più grande di questo, che uno dia la propria vita per i suoi diletti" (Gv. 15,13). Se adunque non è dato trovare amore più grande, tu hai raggiunto la perfezione di esso e ne hai asceso il culmine, sia con le opere, sia con le parole. Per questo ti ho tradito; per questo t’ho ordito quell’inganno; ti persuado ora che t’ho spinto in questa carriera non per mala intenzione, né col proposito di esporti a un pericolo, ma perché sapevo che ciò era cosa utile?

"Ma tu credi, disse, che la forza dell’amore sia sufficiente per la correzione del prossimo?".

"Senza dubbio, risposi, essa può contribuire a ciò in massima parte. Ma se vuoi ch’io rechi esempi anche della tua assennatezza, verrò anche a questo, e dimostrerò che sei ancor più prudente che caritatevole".

A queste parole arrossendo e facendosi colore della porpora: "Orsù, dice, si lascino ormai da parte le cose mie; non t’ho chiesto simili parlate io in principio. Piuttosto, se hai qualche opportuna ragione da poter addurre a quei di fuori, questo discorso ascolterò volentieri. Poni dunque fine a simile vaniloquio e dimmi che cosa addurremo agli altri in nostra difesa, sia a chi ci prescelse all’onore sia a chi si rammarica tenendosi offeso per quelle faccende".