L'allora Patriarca di Venezia, Albino Luciani, in alcune riflessioni sul sacerdote alla luce del Vaticano II
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III
« PRETE VATICANO I »
Ritorniamo, se permettete, al Carducci. I « poliedri » correvano, correvano, ma intanto? Intanto,
«... un asin bigio, rosicchiando un cardo
rosso e turchino, non si scomodò:
tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
e a brucar serio e lento seguitò »!
Alcuni (lo dico scherzando) sembrano davvero così: sacerdoti che non si scomodano. « Perché cambiare? Non siamo sempre andati avanti bene? ». Sacerdoti « ante Concilium »!
Altri sono sacerdoti « anti Concilium »! Convinti che ogni cambiamento è una rovina; prendendo pretesto dalle esagerazioni del « Vaticano III », essi resistono e combattono. « Cambiare le regole e il tipo di Seminario, che hanno cresciuto a noi una disciplina robusta, allo spirito di sacrificio, che hanno formato tanti bravi sacerdoti? Mai più! ».
« Uscire maggiormente dalle canoniche e dalle sacrestie? Sì, ma come diceva Pio X, in cotta e stola! Questi, invece, escono in clergyman e, magari, in tuta o calzoncini corti! ».
« Studiare i piani pastorali insieme al cooperatore e al Consiglio parrocchiale? Sarebbe mettere la pastorale in mano agli sbarbatelli e farsi menar pel naso dai laici! ».
« Predicazione liturgica e biblica? Sacra Scrittura presentata nel senso letterale, tenendo conto dei generi letterari? Sacramenti amministrati in modo che risveglino anche la fede dei presenti? Tutte storie introdotte da alcuni "modernisti", che "luteraneggiano", che assassinano la liturgia e fanno strame di quei tesori inestimabili, che si chiamano il latino, le scholae cantorum, il canto gregoriano, la tradizione veneranda! ».
« Ecumenismo? Dialogo? Lavoro in équipe? Pastorale d'insieme? Collegialità episcopale? Vade retro, satana! ».
E avanti di questo passo. Si fa una fatica enorme a persuaderli che Dio ama sì la fedeltà nel sacerdozio, ma non la monotonia dei sacerdoti. Che importa moltissimo salvare l'essenziale e meno conservare le cose accidentali. Anzi, se queste sono soltanto il frutto di un'epoca, può essere opportuno lasciarle cadere col sopravvenire di un’altra epoca e di mentalità nuove. La santità del sacerdote ci deve essere sempre: essa, però, può calarsi in nuove maniere di ministero e di vita sacerdotale. E qualche infortunio sul lavoro dell'aggiornamento non autorizza nessuno a fare — o ad organizzare! — la resistenza attiva o passiva, perché non si possono fare riforme senza correre qualche rischio.