Lettura del Giorno

Perché i sacerdoti studino [Cap. 2 - 3-4]

S_E-luciani
Albino Luciani

L'allora Vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, in alcune riflessioni sul perché i sacerdoti studino.

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3. - Il problema dell’organicità, di raccogliere cioè gli studi teologici in felice sintesi, mostrando come le materie non sono separate una dall’altra, ma fanno capo a una idea centrale, che tutte le illumina e le unisce, è vecchio, ma non ancora risolto. Qual’è, infatti, la idea centrale?

E’ la Trinità, pareva dire lo Scheeben in Misteri del Cristianesimo, la Trinità, che si prolunga nell’Incarnazione, che, a sua volta, si prolunga nella Chiesa. E’ l’Amore Infinito, pareva dire Héris in II Mistero di Dio; è il Corpo Mistico, è la vita di grazia, dicevano altri.

Il  Concilio propone due idee centriche: il Mistero di Cristo e la Storia della salvezza (33).

Raccogliendo la Teologia attorno alla prima idea, si avrebbero il Cristo « ricapitolatore » caro a S. Ireneo e un Cristocentrismo teolo­gico atto a suscitare più facilmente, in chi studia, amore per il Signore oltre che per la materia che tratta di Lui. E’ sempre in agguato, infatti, il pericolo che ci guidi l’amor cognitionis e non l'amor rei visae (Dio). Lo faceva osservare San Tommaso (34), il quale ha proposto un bel­lissimo suo cristocentrismo, quando scrisse: « Sicut qui haberet librum ubi tota scientia esset, non quaereret nisi ut sciret illum librum, sic et nos non oportet amplius quaerere nisi Christum » (35). Si prospette­rebbe, però, in questa metodologia cristocentrica, la necessità di ripe­tersi spesso.

Sembra perciò più pratico seguire la seconda suggestione conciliare e trattare la Teologia come storia di salvezza. Lo schema proposto al­l’uopo dai Sudamericani del Convegno di Medellin (13-19 giugno 1965) non soltanto ha un filo conduttore abbastanza visibile e chiaro (36) ma, inoltre: sembra imitare, in qualche modo, il metodo seguito da Dio nell’attuare il piano di salvezza e dagli Apostoli nel proporlo; è (come dicono e... vogliono oggi) « esistenziale », fa cioè meglio vedere « a che cosa ed a chi serve » ogni singola verità esposta; mostra il cammino del popolo di Dio nei secoli e nell’approfondimento della rivelazione; mette Cristo al centro della storia della salvezza e il Mistero Pasquale al centro della Cristologia e dell’Ecclesiologia.

Ma quando saranno disponibili, in testi stampati, queste sintesi? E siamo sicuri, una volta stampati i testi, che essi non ci daranno delle delusioni? Non sono in grado di rispondere. Attendere i testi, tuttavia, non si può. Ai nostri giovani sacerdoti bisogna poter subito dire: Sfor­zatevi voi, con personali sforzi, di farvi una visione unitaria del Cri­stianesimo: noi vi aiuteremo, additandovi — tra le molte idee apprese in Seminario — quelle che sono le più importanti; voi raccoglietele at­torno ad un centro ideale, in modo che diventino qualcosa di luminoso e vi aiutino a illuminare cristianamente il mondo ed a trasformarlo!

4. - Idee che trasformano sono già vitali; per trasformare, infatti, devono essere già entrate nella vita nostra e degli altri, arricchendola ed elevandola. Sulla « vitalità » qui si propone qualche problema. E, primo: come fare, perché la Teologia trasformi la vita dei sacerdoti? Esporre una questione dottrinale e poi metterci come coda una pia esortazione? Invitare chi studia a convertire in preghiera ogni verità studiata? La storia della spiritualità registra alcuni tentativi in materia: le « riflessioni » del Conteson nella « Theologia mentis et cordis »; la preghiera o « peroratio » collocata alla fine di ogni articolo della Summa di S. Tommaso dal secentista e domenicano commentatore G.M. Ber- tini; i due volumi di meditazione sulla Summa di D. Mézard (37); la recita di apposite preghiere « ante studium » o « post studium », tra cui quella nota di S. Tommaso; e perfino il pio artificio, suggerito dal candido Mgr. Gastone De Ségur: « Toutes le fois que tu trouves le mot Dieu, lis Jésus: tout change d’aspect et devient chrétien » (38)! Non è qui il luogo di scendere a dettagli: mi sia solo permesso ricordare che c’è la virtù professionale degli studiosi. S. Tommaso la chiama appunto studiositas (38 a) e fa capire che il sapere è bensì una cosa ottima, ma che le circostanze della vita esigono il desiderio di imparare colle­gato ad altri doveri e non esagerato nel suo esercizio.

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(33)   « Nel riordinamento degli studi ecclesiastici si abbia cura in primo luogo di disporre meglio le varie discipline teologiche e filosofiche e di farle convergere concordemente alla progressiva apertura delle menti degli alunni verso il Mistero di Cristo, il quale compenetra tutta la storia del genere umano, agisce continua- mente nella Chiesa ed opera principalmente attraverso il ministero sacerdotale. Affinché questa visione venga data agli alunni fin dall’inizio, gli studi eccle­siastici incomincino con un corso introduttivo da protrarsi per un certo periodo di tempo. In questa iniziazione agli studi il Mistero della Salvezza sia proposto in modo che gli alunni possano percepire il significato degli studi ecclesiastici, la loro struttura e il fine pastorale, e insieme siano aiutati a far della fede il fondamento e l’anima di rutta la loro vita, e vengano consolidati ad abbracciare la loro vocazione con piena dedizione personale e con lieto animo », OT, 14 (800 e 801).

(34) S. THOMAS, Summa Theologica, 2-2ae, q. 180, a. 1.

(35) S. THOMAS, In Epistola ad Col., cap. 2, 1-2.

(36) La ripartizione della materia seguirebbe le seguenti linee:

1. La Rivelazione, in quanto teologia della Parola e dell’azione salvifica di Dio nella storia, culmina in Cristo, dono e parola, e continua nella Chiesa, nel suo Magistero e nella sua vita.

2. Dio vero si dà all’uomo rivelando la sua natura (De Deo uno).

3. La creazione prima opera di Dio, l’uomo, il cosmo (De Deo creante).

4. La prima alleanza con Adamo (De Deo elevante).

5. La introduzione del mysterium iniquitatis (De peccato).

6. I primi interventi salvifici di Dio in vista della Redenzione in Cristo: Noè, Abramo, Mosè, Israele popolo di Dio, ecc.

7. La incarnazione 'Cristo presente sulla terra) (Cristologia).

8. Il mistero pasquale, Cristo il Signore e la gloria del Padre suo (Soterio­logia).

9. Pentecoste compimento della Rivelazione Trinitaria (De Deo Trino).

10. Il Mistero della Chiesa « sacramentum salutis et unitatis generis humani », temi biblici della Chiesa, che ricapitola Israele.

11. L’ingresso nella Chiesa per mezzo del Battesimo, l'esperienza vissuta della Chiesa per mezzo della grazia e delle virtù, la Cresima e il Sacerdozio. L’esercizio pieno della Chiesa attraverso la Liturgia. L'Eucarestia fonte interna di unità. Penitenza e Matrimonio. La Chiesa, la quale realizza l’in­tervento salvifico di Dio nella storia.

12. La Madre di Dio, personificazione della vita ecclesiale.

13. I novissimi come realizzazione storica del mistero pasquale dei cristiani. Unzione degli infermi. L'atto finale della storia della salvezza (parusia). Citiamo da AA.VY., Decreto sulla formazione sacerdotale, Elle Di Ci, 1967, pp. 577-578, nota.

(37) D. MEZARD, Medulla S. Thomae A. per omnes anni liturgici dies distri­buta, Lethiellieux, Parigi, 1906.

(38) Lettres de Mgr. De Ségur, Second Récuèil, Paris, 1882, p. 110.

(38a) S. THOMAS, Summa Theolagica, 2-2ae, q. 166 et 167.