L'allora Vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, in alcune riflessioni sul sacerdote diocesano alla luce del Vaticano II
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13. « Si riuniscano volentieri per trascorrere assieme in allegria, qualche momento di distensione e di riposo, ricordando le parole con cui il Signore stesso invitava gli Apostoli: « Venite in un luogo deserto a riposare un poco » (32). Da qui parrebbe che il Signore avesse previsto per i sacerdoti una specie di week-end. Week-end a parte, il motivo delle riunioni è indicato sotto: « eventualmente evitare i pericoli- della solitudine » (33).
Sotto l’influsso di Aristotile, un po’ anche di S. Tommaso e più di Descartes, nel passato si parlava della intellettualità umana come se non avesse niente a fare con il fisico. Ultimamente, invece, con il progredire della fisiologia e con le scoperte sul sistema nervoso, anche la psicologia si è evoluta ed oggi è assodato che la nostra vita affettiva è sì irrazionale, ma non antirazionale; la vita affettivo-sensitiva è quasi un bagno, in cui è immersa costantemente tutta la nostra vita intellettiva e volitiva. Capisco meglio ciò che mi interessa e l’interesse è un po’ sentimento e affetto. A nessuno si impone: « Non devi avere gusti, affetti umani! ». Si dice invece: « Cerca di avere affetti umani adatti al tuo stato di vita! meglio ancora, che ti inclinino al bene, che sostengano la tua volontà! Se ti costruirai un equilibrio affettivo interiore, ti consecrerai con più coraggio all’azione! Se avrai un po’ di gusto nelle tue iniziative, le porterai più facilmente a buon fine! Sii allegro e ottimista, la tua volontà sarà più robusta! ».
Per la maggior parte degli uomini il centro degli affetti è la famiglia, nella quale, esclusi gli affetti coniugali, restano molti altri elementi buoni come l'affettuosa coabitazione, l’affettuosa familiarità, le affettuose relazioni. La conversazione, gii aiuti, i servizi, in famiglia, non sono soltanto conversazioni, aiuti, servizi, ma scambi e dimostrazioni di affetto.
I sacerdoti, che non hanno una famiglia propria, possono sentire, con pericolo di danno, la mancanza non tanto degli affetti coniugali, quanto degli altri che abbiamo detto. La mamma, una, buona sorella che abiti con essi, possono essere di buon aiuto, I religiosi trovano un compenso nella comunità religiosa, che è provvidenziale, se condotta con clima di famiglia, rallegrata da ricreazioni semplici, ma allegre e da scherzi fraterni. Per gli altri ci sono i « mezzi soprannaturali e naturali di cui tutti dispongono » ( 34 ). Tra i mezzi « naturali » sono però preziosissimi l’amicizia, i convegni, la cordiale familiarità con quelli che sono chiamati « confratelli ».
14. Raccomandata anche « una qualche comunità di vita ». I collegi clericali fioriti attorno a S. Eusebio e a S. Agostino nei secoli quarto e quinto, la riforma, di Crodegango dì Metz nel secolo nono, l'Irlanda dell’alto Medio Evo, gli Oblati istituiti da S. Carlo e ricostituiti dall’arcivescovo Romilli, altri esempi, parte riusciti e parte caduti dopo breve tempo, suggeriscono, in materia, elasticità e pluralismo di forme. Difatti si tratta di comunità o di coabitazione, o di sola mensa comune, o di soli frequenti e periodici raduni a scopo spirituale, intellettuale o pastorale (35). Una certa necessità di coabitazione comune sarebbe però suggerita oggi da due motivi nuovi: la difficoltà grave di trovare o di stipendiare convenientemente una domestica e l’esodo dalla campagna e dalla montagna, che spopola parecchie parrocchie. Soluzione conveniente sembra quella di radunare più sacerdoti, adatti a condurre vita comune, in una casa centrale, da cui irradiarsi per le varie necessità dell’apostolato. A scopo spirituale si diffonde, anche tra sacerdoti, la cosiddetta « revisione di vita », una specie di esame di coscienza collettivo. L’esame, che ciascuno è solito fare per conto proprio e sotto voce, qui si fa a voce alta, comunitariamente, illuminando col Vangelo le situazioni concrete della propria vita; a metterci serietà, volontà disponibile e decisa, ne possono venire dei buoni frutti.
Ad incontri con scopo di studiò o di pastorale avendo già accennato, aggiungerò qui solo che non basta dar vita a una comunità sacerdotale, ma bisogna infondere a questa comunità un’anima sacerdotale. Non basta trovarsi insieme continuamente o a periodi fissi, ma, trovandosi, cercare di parlare insieme, e tutti, della propria vita sacerdotale, dei propri studi, riflettere insieme e prendere accordi per un’azione pastorale comune. E inoltre: avere fiducia in questa vita comunitaria, dividendo e scambiando attività e servizi pastorali.
15. « Vanno tenute in grande considerazione e diligentemente incoraggiate le Associazioni, che... fomentano la santità dei sacerdoti nell’esercizio del loro ministero » (36).
La raccomandazione va sottoscritta a due mani, specialmente per quanto riguarda l’Unione Apostolica e l’Associazione dei Sacerdoti A- doratori.
A evitare però i piccoli circoli chiusi, sarà da sottolineare che si tratta di associazioni, che
1) hanno « statuti riconosciuti dall'autorità ecclesiastica »,
2) « modo di vita convenientemente ordinato e approvato » e
3) « mirano al servizio di tutto l’Ordine dei Presbiteri » (37).
Ovverossia: hanno respiro autenticamente diocesano e dimensione missionariamente cattolica.
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(32) PO, 8 (1269).
(33) PO, 8 (1269).
(34) PO, 16 (1298).
(35) PO, 8 (1269).
(36) PO, 8 (1269).
(37) PO, 8 (1270).