L'allora Vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, in alcune riflessioni sul sacerdote diocesano alla luce del Vaticano II
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6. Negli esercizi spirituali, che sono « sussidi per la vita dei Presbiteri », alcuni sono « nuovi » (80) o, meglio, raccomandati in modo o con calore nuovo. Nuovo è che « al di sopra di tutti i sussidi spirituali » sia il « nutrirsi alla duplice mensa della S. Scrittura e dell’Eucarestia » (81).
Nuova la raccomandazione di sforzarsi di « scoprire nelle diverse vicende della vita i segni della volontà di Dìo », « alla luce della fede che si alimenta della lettura divina », sull'esempio della Madonna prontissima a consacrarsi, sotto la guida dello Spirito Santo, alla redenzione umana (82).
Nuovo l'accenno generico al « ritiro spirituale », cui « dedicare volentieri del tempo » (83), al posto dei classici « esercizi spirituali ». Si è voluto, credo, non tagliare la strada alle nuove forme di esercizi, che si vanno qua e là tentando; non imporre — in un documento universalissimo — a tutti i sacerdoti del mondo la forma ignaziana del ritiro, che fu ignota per tanti secoli e che non fu mai praticata dai sacerdoti di alcuni ordini religiosi (vedi certosini).
Nuovo il respiro largo, liberale con cui si tocca l’argomento dell’orazione mentale; i « modi assai diversi », « le varie forme di preghiera che ciascuno preferisce » importano meno; più importa che si preghi e che, pregando, si ricerchi e implori da Dio « l’autentico spirito di adorazione, che unisce a Cristo » (84).
7. Circa gli studi sacerdotali va notata l'accentuazione pastorale. Studiare « per poter dare una risposta esauriente ai problemi sollevati dagli uomini d’oggi » (85), per « poter sostenere con buoni risultati il dialogo con gli uomini del nostro tempo » (86). Nuovo l’accento posto sulla S. Scrittura, dalla cui lettura e meditazione « deve essere tratta in primo luogo » la scienza sacra (87). Nuovo il metodo e l’organizzazione dello studio. Prima, esami quadriennali, soluzione dei casi, esami di concorso, previa preparazione privata sui libri. Adesso — pur non essendo formalmente abolite le predette istituzioni fino alla riforma del Codice — « corsi periodici di perfezionamento nelle scienze teologiche e nei metodi pastorali », « proficuo scambio di esperienze pastorali », sacerdoti, che, a guisa di prefetti agli studi, organizzino e promuovano dei corsi pastorali e altri mezzi come centri destinati agli studi del clero, biblioteche circolanti, convegni (88). Meno esami, meno burocrazia, ma, senza dubbio (se si applica fedelmente), molto più lavoro di prima, e sforzo, e impegno di aggiornamento continuo.
Il tutto a favore di una spiritualità, che dia al sacerdote la sensazione di essere al suo vero posto; il posto di chi non fugge il mondo, ma si inserisce nelle strutture del mondo con una sua forma originale; di chi vede il ministero non come un limite, ma come una espansione.
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(80) PO, 18 (1304).
(81) PO, 18 (1304).
(82) PO, 18 (1305),
(83) PO, 18 (1306),
(84) PO, 18 (1306).
(85) PO, 19 (1307).
(86) PO, 19 (1308).
(87) PO, 19 (1307).
(88) PO, 19 (1309) e CD, 16 (611).