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Il Confessionale come luogo privilegiato di evangelizzazione, trasmissione della fede e della sana dottrina

SEm2

Carissimi sacerdoti neo-ordinati,

carissimi diaconi ordinandi presbiteri,

è particolarmente utile, nell’Anno della Fede, in questo XXIV Corso che, tanto lodevolmente, la Penitenzieria Apostolica offre, riflettere sul rapporto essenziale tra il sacramento della Riconciliazione e il progressivo crescere del Regno di Dio nelle anime.

Se c’è una pratica, infatti, nella quale gli uomini possono incontrare realmente il Signore, aprire a Lui il loro cuore e fare autentica esperienza della divina misericordia, questa è rappresentata precisamente dalla confessione sacramentale, nella quale, ciascuno, come un mendicante, si pone davanti a Dio, nella consapevolezza del proprio limite e del proprio peccato, implorando, da colui che è l’Amore, quell’abbraccio carico di misericordia, che è la sola medicina capace di guarire davvero il cuore dell’uomo; capace di sanare – e continuamente risanare – la radicale paura di non essere amati, eredità del peccato delle origini, che spinge a commettere il peccato, per allontanarsi ancora di più da Colui, del quale, invece, abbiamo tutti indistintamente infinito bisogno.

Nella presente relazione, oltre che un luogo fisico, la cui importanza è sempre e comunque da riscoprire, anche in ordine alla facilitazione che esso rappresenta per i fedeli nell’accesso al sacramento della misericordia, il confessionale rappresenta soprattutto un “luogo teologico”, una reale esperienza di risurrezione, perché esperienza del Risorto.

Come il titolo affidatomi suggerisce, cercherò di analizzare tre diversi aspetti di questo fondamentale sacramento: il suo impatto in ordine all’evangelizzazione, alla trasmissione della fede e all’istruzione nella sana dottrina.

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S. Em. R. il Card. Mauro Piacenza