XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Mt 15-22

Congregatio pro Clericis

I farisei tengono un consiglio dopo aver sentito tre parabole sul Regno di Dio, tutte con una conclusione tragica per loro. Poi, insieme agli erodiani arrivano da Gesù, sicuri di tendergli una trappola nella quale deve cadere. Lo interrogano sul regno di questo mondo, ma sotto camuffano un tranello religioso. Fanno una introduzione che la dice lunga di come hanno giudicato Cristo dopo le parabole sul regno di Dio.

Sappiamo”: insistono con il verbo sbagliato, in quanto già si sa che non è questione di sapere, ma di accogliere. “Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno”. Dopo tutto ciò che ha detto sul loro conto, per di più apertamente, loro sanno che lui non li teme. Il tranello è nella domanda “è lecito”: “è lecito pagare il tributo a Cesare?”

È lecito pagare con una moneta che ha impressa l’immagine di un uomo che si fa divino, augusto, anzi, figlio del divino, e sul retro reca la scritta pontifex maximus?

Infatti, per la tassa del tempio non si poteva usare questa moneta ed esisteva proprio un sistema di cambiavalute, per non mettere monete del genere nel tesoro del tempio e così contaminarsi.

Ma Cristo coglie immediatamente la questione e non risponde alla domanda se pagare le tasse o no. Intanto, ogni risposta andrebbe male per uno dei due gruppi: per gli erodiani, alleati dei romani, si può pagare; per farisei non si può pagare, perché i romani sono occupatori pagani. Lo stesso sarebbe o con il popolo, o con le autorità romane. Qualcuno rimarrebbe sempre scontento.

Ma Cristo li prende in contropiede parlando proprio dell’immagine impressa sulla moneta, che per loro è tacitamente il motivo della questione. Di chi è questa immagine? Di Cesare. Allora la moneta va restituita a lui, di cui è l’immagine. L’immagine di Dio su che cosa viene impressa? Sull’uomo. Allora restituitelo a Dio, non tenetelo sotto il vostro dominio. L’uomo va consegnato tutto a Dio, tanto che Cristo stesso, assumendo l’umanità, la consegna nell’amore filiale integralmente al Padre. E dare a Cesare ciò che è di Cesare non sottrae da questa consegna e da questa comunione (cf Mt 17,24-27). 

P. Marko Ivan Rupnik